Acri – Caffè Letterario, il Comune ritira la delibera della discordia
La giunta comunale ha provveduto a modificare la delibera della discordia relativa al Caffè Letterario.
Non solo, per poter essere autenticamente efficace, dovrà essere approvata dal consiglio comunale. Questo pone fine, almeno per il momento, a una serie di polemiche che sulla destinazione del Caffè Letterario, ubicato nel Palazzo Sanseverino – Falcone, realizzato, ma non ancora entrato in funzione, si erano innescate.
Tutto è partito, nel giugno scorso, dalla iniziativa di un imprenditore privato, Giacinto Le Pera, che chiedeva al Comune “la possibilità di rendere operativo” questo spazio, “attenendomi a vostre linee guida, ma proponendo eventi site – specific, coinvolgendo la realtà creativa del territorio acrese”. Le Pera aggiungeva che, “consapevole del fatto che un bene pubblico risulta soggetto a gara pubblica, propongo l’apertura del Caffè Letterario con la formula temporanea: quattro fine settimana a luglio e quattro ad agosto”. A questa richiesta il Comune non risponderà mai.
Il 29 giugno, il Comune e la società Oesum Digital Exhibition, che aveva vinto un bando regionale che attingeva ai fondi Por Fesr 2007 – 2013, a sostegno “dello sviluppo di attività imprenditoriali all’interno delle filiere della valorizzazione del patrimonio e della produzione culturale”, firmavano un contratto che prevedeva anche la gestione di una serie di servizi, trai i quali “caffetteria e ristorazione da effettuare nei locali adibiti a Caffè Letterario”. Da qui una polemica che ha coinvolto, suo malgrado, anche il Maca(Museo Arte Contemporanea Acri), essendo la legale rappresentante della Oesum Digital Exhibition la compagna di Silvio Vigliaturo, che del Maca è il direttore artistico.
Sarà lo stesso Vigliaturo, a distanza di qualche giorno, a scrivere al sindaco una lettera nella quale, tra l’altro, afferma: nel contratto “leggo che ci viene data anche la concessione per le gestione del Caffè Letterario. Mi devi perdonare se ti dico che io in questo modo non lo farò mai. Semmai dovessi farlo, sarà perché avremo partecipato a un bando pubblico libero a tutti e qualora ne fossimo usciti vincitori”.
Giacinto Le Pera è sempre stato convinto che in quel contratto non dovesse rientrare il Caffè Letterario e sia la lettera di Vigliaturo che la decisione del Comune di rivedere quell’accordo oggi gli danno ragione. Rimane l’amaro in bocca per non aver mai ricevuto dall’amministrazione comunale alcuna risposta alla sua richiesta di gestione temporanea.
Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” del 12-08-2015.