Acri-Celebrati i dieci anni de ‘La casa di Abou’
Nei giorni scorsi, in sede, si è tenuta una iniziativa per celebrare i dieci anni de “La casa di Abou Diabo”, centro di seconda accoglienza per minori stranieri richiedenti asilo e rifugiati. Oltre cento i ragazzi che in questi anni sono stati ospitati e accompagnati in un proficuo percorso di integrazione. Tanti i risultati ottenuti da questa struttura che negli anni ha dato accoglienza a ragazzi con alle spalle un’infanzia rubata da atroci scenari di guerra, molti dei quali sono riusciti pienamente a integrarsi nel tessuto sociale ed economico della comunità acrese.
A fare gli onori di casa Luigi Branca, responsabile de “La Casa di Abou Diabo”. Per Branca, “il nostro obiettivo è riuscire a dare a questi ragazzi, costretti a fuggire da scenari di guerra e povertà, una seconda possibilità. Quello che però oggi ancora mi fa male – ha proseguito Branca- è sentir parlare di loro in termini di clandestini. Io aborro questa parola e vorrei piuttosto che ad essere maggiormente utilizzata fosse la parola integrazione”.
Il sindaco Pino Capalbo Pino Capalbo, dopo aver riconosciuto la straordinaria importanza dell’attività portata vanti dal centro, ha detto che “dobbiamo acquisire, noi come comunità, maggiore serenità per evitare che i più deboli diventino bersagli degli attacchi’’. Presenti pure il vicesindaco, Sergio Algieri, e l’assessore comunale ai Servizi Sociali, Emanuele Le Pera.
Nel corso della serata anche un recital di poesie di Laura Marchianò e dei ragazzi del Centro; la proiezione di un documentario sulla condizione dei migranti; considerazioni e interventi liberi degli operatori della struttura e musica etnica a cura degli ospiti del Centro. Ha chiuso la manifestazione un momento conviviale, con il tradizionale taglio della torta.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 06-05-2018 Piero Cirino