Acri-CineBookFood, commuove Mariantonia Avati
Si è conclusa col botto la prima edizione di CineBookFood, iniziativa collaterale a Cineincontriamoci, entrambe ideate da Mattia Scaramuzzo. Giovedì sera la Caffetteria Callipo, che ha ospitato quattro delle cinque tappe, era piena all’inverosimile per assistere alla presentazione de “Il silenzio del sabato”, esordio letterario di Mariantonia Avati, figlia del regista Pupi.
Un libro di forte impatto, che prende spunto dal sabato che sta tra la Passione e la Resurrezione di Cristo, per raccontare la vicenda umana di Maria, madre di Gesù, e più vastamente quella di una “comunità del dolore”, costituita da tutte quelle mamme che hanno perso un figlio. Circa un’ora e mezza in cui la discussione si è tenuta su un filo di tensione continuo e una vasta eco emotiva.
Gli intermezzi musicali sono stati curati dal Maestro Pasquale Allegretti Gravina, mentre la cantante barocca Francesca Donato ha letto alcuni passi del libro.
Sono intervenuti anche Giuseppe Giudice, assessore comunale alla Cultura; Sante Orrico, patron di Moda Movie; Ester De Luca, presidente del Rotary di Acri; e Tiziana Turano, presidente della Fidapa di Acri.
Alla fine Mattia Scaramuzzo ha espresso tutta la soddisfazione per il seguito registrato da questo esperimento, con la speranza che si creino le condizioni per un futuro della manifestazione.
Cine Book Food è partito a fine dicembre e ha ospitato le presentazioni dei libri “La profezia del quinto vertice”, di Marzia Matalone; “Tre volte”, di Alessia Principe; “Dalla parte opposta”, di Valerio Vigliaturo; e “Il silenzio del sabato”, di Mariantonia Avati. Inoltre, a inizio marzo, nel Caffè Letterario, si è tenuto l’incontro su “La legalità ci piace”, con Marisa Manzini, procuratore aggiunto del Tribunale di Cosenza; l’On. Rosanna Scopelliti, figlia del giudice Antonino, ucciso per ordine della mafia; Domenico Giannetta, sindaco di Oppido Mamertina; Salvatore Magarò, presidente dell’associazione “Più di cento – Tana della legalità” e la giornalista Mirella Molinaro.
Piero Cirino