ACRI: Comune, Bilancio Approvato tra Mille Dubbi e Interrogativi
Ci sono volute più di undici ore di discussione per approvare il bilancio preventivo 2013 nel consiglio comunale convocato per giovedì scorso.
La seduta è terminata dopo le quattro del mattino. Il paradosso è che potrebbe essere inutile, qualora arrivasse la comunicazione della Corte dei Conti secondo la quale occorrerà dichiarare il dissesto finanziario.
Il sindaco Nicola Tenuta, dopo aver illustrato, nella sua qualità di assessore al Bilancio, i punti salienti di una manovra di circa tre milioni e mezzo di euro, aveva rivolto un appello all’opposizione, chiedendole di votare il documento per dare un segnale di una volontà di risanamento che va ben oltre i confini angusti di una maggioranza consiliare.
Oggettivamente non c’era il clima adatto perché questo accadesse, infatti le opposizioni hanno votato contro e il bilancio è passato con i soli voti delle forze che appoggiano il governo cittadino guidato da Nicola Tenuta.
L’unico momento di condivisione lo si è registrato sul regolamento della Tares, licenziato all’unanimità.
Il confronto, talora dai toni anche piuttosto aspri, si è snodato lungo il crinale delle responsabilità, che ognuno addebita all’altro, di una situazione finanziaria che colloca l’ente sul bordo del baratro.
In una simile temperie, raggiungere l’unanimità sul voto al bilancio appariva più un azzardo che una sia pur remota possibilità.
Sia Tenuta che il suo vice Ferraro hanno mosso precisi addebiti alla gestione Trematerra – Maiorano, che ha ceduto il testimone all’attuale esecutivo.
L’accusa principale è di non aver attivato la procedura del riequilibrio finanziario pluriennale, il cosiddetto predissesto, che avrebbe evitato il dissesto.
La replica di Maiorano non si è fatta attendere ed è arrivata anche alla precedente gestione Tenuta, quella dal 2000 al 2005, in cui lo stesso Maiorano occupava la carica di presidente del consiglio comunale.
La manovra votata dal consiglio comunale tiene conto della situazione di estrema difficoltà in cui versano le casse dell’ente e, qualora il dissesto non dovesse essere dichiarato dalla Corte dei Conti, dovrebbe avviare, sollecitando oltremodo le tasche dei contribuenti, una inversione di tendenza, rendendo quello di Acri un Comune virtuoso.
Piero Cirino
Da “Il Quotidiano della Calabria” del 30-11-2013.