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Acri-Comune, record di commissari

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In questo momento quello di Acri è probabilmente il Comune più commissariato d’Italia e, se non è così, poco ci manca. Sono infatti sei i commissari a occupare attualmente le stanze di Palazzo Gencarelli. A Maria Vercillo, e ai suoi subcommissari Lorella Altimari e Francesco Sansone, di nomina prefettizia, insiediatisi dopo lo scioglimento del consiglio comunale in seguito alle dimissioni di oltre la metà dei componenti, si sono aggiunti anche i membri del collegio di liquidazione, la cui nomina è stata invece disposta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Maria Cristina Chirico, Giuseppe Di Martino e Arturo Giovanni Di Cianni dovranno mettere mano ai bilanci comunali degli ultimi cinque anni. La loro presenza è stata determinata dalla dichiarazione di dissesto finanziario dell’ente, avvenuta al termine della seduta del consiglio comunale del 27 dicembre scorso, in seguito alla bocciatura, da parte della Corte dei Conti, del piano di riequilibrio finanziario pluriennale, più conosciuto come predissesto.
Quanto tempo rimangano è ancora da stabilire, ma non sarà la loro una permanenza breve, a differenza dei tre colleghi di nomina prefettizia, che resteranno il tempo necessario a gestire questa fase intermedia tra lo scioglimento del consiglio comunale e le consultazioni elettorali della prossima primavera. La loro attività riguarderà il pregresso, ma con evidenti ricadute anche su quella della futura amministrazione comunale, che si formerà in seguito ai risultati delle elezioni Comunali del prossimo mese di giugno. Il Comune di Acri deve rimettere in sesto le anemiche casse comunali e per farlo occorrerà una drastica cura dimagrante che passerà inevitabilmente per duri sacrifici.
Le tariffe comunali sono già al massimo e probabilmente non potranno essere garantiti tutti i servizi. Lo dice la delibera consiliare dello scorso mese di gennaio, che avrà efficacia quinquennale e con questa dovrà fare i conti la prossima amministrazione comunale, di qualunque colore politico essa sia.

Da “Il Quotidiano del Sud” del 15-03-2017 Piero Cirino


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