ACRI : Crisi, la Confcommercio convoca le partite Iva
La sezione locale della Confcommercio ha convocato per questa sera, alle ore 19:30, nella Sala Polivalente, i titolari delle partite Iva del territorio per discutere di Crisi e tasse.
L’iniziativa, che fa seguito ai ripetuti appelli del presidente dell’associazione dei commercianti, Vincenzo Toscano, ha il chiaro intento di chiamare a raccolta tutte le energie per concordare azioni di contrasto a una crisi che ha letteralmente messo in ginocchio l’intero comparto commerciale.
In sostanza, l’obiettivo della Confcommercio è quello di non subire oltre un fenomeno che ha raggiunto livelli parossistici e che mette a dura prova la sopravvivenza delle aziende e degli esercizi commerciali.
Sul banco degli imputati anche una tassazione che incide al di là degli incassi, con la conseguente impossibilità per gli esercenti di onorare gli impegni con il fisco.
Nei giorni scorsi Toscano aveva ricordato come un periodo natalizio povero come quello di questanno è arduo da ricordare. Per cominciare, il salasso delle bollette e dei tributi locali e nazionali (Acqua, Tares, ecc), a fronte di servizi inadeguati, unito al mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti comunali, associato a una diffusa incertezza sul futuro economico, ha provocato un calo consistente dei consumi. Inoltre questo è il peggiore degli ultimi cinquantanni per le attività di commercio al dettaglio, basti considerare che secondo dati Istat ci sono in media in Italia 63 fallimenti al giorno, che negli ultimi dieci mesi chiudono in media 260 imprese al giorno e che dieci milioni di italiani vivono sotto la soglia di povertà. Anche a livello territoriale, escludendo pochi settori, come per esempio quello dellelettronica, dellinformatica e alcuni discount, tutti gli altri hanno registrato una forte diminuzione delle vendite.
In queste dichiarazioni ci sono tutte le premesse per la manifestazione di questa sera, che mette insieme disagi comuni con la speranza di aumentare il peso specifico di istanze sempre più pressanti.
E’ una ribellione a un sistema che non capisce una verità elementare: non siamo la causa della crisi, ma ne stiamo drammaticamente pagando gli effetti. Questo è un vero attentato al nostro lavoro, in un momento in cui ci si chiede di dare di più di quello che incassiamo.
Piero Cirino
Da Il Quotidiano del Sud del 14-01-2015.