Acri-Cristofaro e Lombardi Satriani, ecco perché la fondazione Padula non collabora più con la Laterza
I motivi della scelta di non avvalersi più della casa editrice Laterza, per la fondazione Padula sono solo di ordine squisitamente finanziario. E’ stato il presidente Giuseppe Cristofaro a rispondere per smontare una polemica che nelle scorse settimane aveva alimentato diversi dubbi. Con il prof. Luigi Lombardi Satriani, membro del comitato scientifico, il presidente della fondazione Padula ha convocato i giornalisti per spiegare le sue ragioni.
“Si tratta – ha detto Cristofaro – di una decisione esclusivamente di carattere finanziario, in quanto i costi della casa editrice pugliese non sono più sostenibili dalla fondazione, che, è bene ricordarlo, dal 2011 non riceve più contributi dalla Provincia, dalla Comunità Montana, oggi Calabria Verde, e dalla Regione”.
A oggi, solo il Comune elargisce un contributo di 10mila euro, che serve per l’ordinaria amministrazione.
Anche per questi motivi, “la fondazione sta partecipando a tutti i bandi regionali per poter portare avanti la propria attività di ricerca e di pubblicazione, per la convegnistica e per l’allestimento del Premio Letterario Padula”. Quindi, “la pubblicazione di tre volumi, su Estetica e Linguistica, curati da Pasquale Tuscano e il Cocabolario Calabro, curato da John Trumper, sono costati circa 100 mila euro. Pur apprezzando il prestigio della Laterza, i costi sono troppo esosi per le nostre possibilità”. Per un volume di 500 pagine, “la Laterza chiede 22mila euro, da qui la decisione, del comitato scientifico e del consiglio di amministrazione, di rivolgerci altrove e la proposta economica della casa editrice Rubbettino ci è sembrata conveniente, visto che un testo composto dalle stesse pagine ha un costo di 9mila euro. In sostanza, con la prima casa editrice un sedicesimo costa 685 euro, mentre con la seconda 290 euro”.
I due volumi di prossima pubblicazione quindi “costeranno alla fondazione 18mila euro, piuttosto che 44mila. La casa editrice Rubbettino – ha aggiunto Cristofaro -, non solo è calabrese, ma ha già collaborato fattivamente ed egregiamente con la fondazione Padula”.
Per Lombardi Satriani, “già nel 2001, anno di pubblicazione del primo volume, dalla lettera A alla E, il comitato scientifico, sollevò dubbi sulla qualità dell’opera. Conosco da decenni Trumper, sin da quando occupavo il ruolo di preside della facoltà di Lettere dell’Unical, una persona ed un ricercatore preparato, ma i volumi da lui curati non sono congruenti con il Padula e con il piano editoriale dell’Opera Omnia. Trumper, infatti, non fa altro che ispirarsi al letterato acrese dal quale prende spunto per trattare nuovi vocaboli totalmente estranei agli scritti del Padula stesso”. Da qui la decisione “di considerare l’opera di Trumper non in linea con il piano editoriale della fondazione”.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 03-04-2018 Piero Cirino