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Acri-Dieci minori ospiti della Casa di Abou nel 2016

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Grazie a un progetto presentato dal Comune di Acri e finanziato dal Ministero dell’Interno, il centro di seconda accoglienza per minori non accompagnati richiedenti asilo “La casa di Abou Diabo” potrà garantire assistenza a dieci persone, più due in caso di emergenza, per il 2016.
Il progetto, denominato Sprar Msna “Adolescenti senza confini”, è stato finanziato con 200 mila euro.
Nei giorni scorsi, nella sede del centro, è stato presentato alla stampa. Erano presenti un gruppo di operatori, tra cui il responsabile Luigi Branca e Geppino Ritacco, l’assessore comunale ai Servizi Sociali, Franco Gencarelli, e Gennaro Fabbricatore, dell’Ufficio Servizi Sociali del Comune di Acri.
Negli interventi tutti hanno segnalato la necessità di creare le condizioni necessarie affinché si sviluppi anche nella cittadinanza la consapevolezza di una connotazione multietnica della società.
La “Casa di Abou Diabo” opera dal 2008, con un primo progetto finanziato dallo Sprar ( Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), e ha finora ospitato più di sessanta minori provenienti da diverse zone del mondo, in particolare dall’Africa, dall’Afghanistan e dal Bangladesh. Il Centro è gestito dall’associazione onlus “LiberAccoglienza”.
Gli ospiti della struttura vengono seguiti da diversi operatori, per realizzare interventi mirati e personali di assistenza attraverso una serie di azioni integrate.
“Oltre a garantire l’accoglienza attraverso servizi di base – è stato ricordato durante l’incontro con i giornalisti -, quali il vitto e l’alloggio, e misure di assistenza sanitaria e legale, il Centro mira a fornire anche servizi ad personam, favorendo la crescita dei minori presenti”.
In ambito lavorativo, sono anche previste “delle esperienze di tirocinio formativo, che si sono rivelate un’importante opportunità per i ragazzi”. Il progetto che ha invece permesso di ospitare i dieci ragazzi che al momento frequentano la struttura fino a fine anno era stato presentato dal Comune di Aquaformosa.

Piero Cirino

Da “Il Quotidiano del Sud” del 20-12-2015.


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