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Acri-Dopo una settimana, i bambini della materna Jungi vanno a scuola

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Dopo una settimana i bambini della scuola dell’infanzia di Jungi oggi andranno a scuola. I genitori, loro malgrado, sono stati costretti a recedere dalle loro posizioni, anche perché il fronte in questi giorni ha manifestato qualche crepa. La protesta era scattata perché ai loro figli era stata destinata un’aula definita non idonea.
“I genitori – è scritto in una loro nota -, nel frattempo, hanno cercato, tra incontri con il Dirigente Scolastico e l’amministrazione comunale, di trovare una soluzione al problema, tale da garantire locali idonei non solo per i loro bambini, ma anche per quelli che negli anni futuri si ritroveranno nella stessa situazione. Alcuni genitori, tuttavia, ritenendo eccessiva la protesta, hanno deciso di mandare i propri bambini a scuola”.
Esistono “degli standard dimensionali, di sicurezza, di comfort igienico-sanitario, che le scuole debbono rispettare. E che in quella classe, purtroppo, non sono presenti”.
Per questi genitori “la missione educativa della scuola e delle famiglie non deve basarsi sul principio dell’accettazione, ponendo a modello le scuole di paesi in via di sviluppo, dove i bambini sono costretti a fare lezioni seduti per terra, ma deve ispirarsi a modelli scolastici sempre migliori e con alti livelli di qualità.
Ci aspettavamo che la dirigenza e gli organi competenti ci appoggiassero maggiormente in queste nostre richieste e che alla fine ci aiutassero a migliorare l’attuale condizione degli ambienti scolastici. Così non è stato, visto che le proposte che ci sono state fatte non soddisfano le nostre legittime rivendicazioni perché, a nostro parere, poco attuabili e che continuano a non garantire la tanto auspicata idoneità”.
La soluzione “a cui miravamo era una riformulazione delle sezioni tale da garantire per ogni aula il rispetto delle norme. Soluzione che, in un primo momento, è stata prospettata anche dall’amministrazione comunale, ma ad oggi non è stata ancora messa in atto.
Oggi i nostri figli tornano a scuola, perché non vogliamo staccarli dal gruppo e dalle loro maestre, ma noi continueremo a pretendere per tutti i bambini ciò che spetta loro di diritto, e per questo motivo chiediamo con forza l’appoggio delle istituzioni, di tutti i genitori e anche del corpo docente per garantire loro una scuola migliore”.
Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” del 21-09-2015.


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