Acri-Elezioni, vincitori e sconfitti
Poco più di ottanta voti hanno impedito a Pino Capalbo, candidato del Partito Democratico e di altre sei liste, di vincere al primo turno e diventare il nuovo sindaco di Acri. Ha messo insieme 6063 preferenze( il 49,30%), ma non è bastato a evitare il ballottaggio del 25 giugno.
Se la vedrà con Anna Vigliaturo, che proverà a chiamare a raccolta l’elettorato di centro-destra, ma il suo compito appare quasi proibitivo. Al primo turno, con tre liste a sostegno, ha ottenuto 2555 voti( 20,77%).
Per quanto riguarda le liste, la corazzata messa insieme da Capalbo ha già la maggioranza del nuovo consiglio comunale. Le sette sorelle hanno totalizzato 7461 preferenze( 62,24%). Qualora il ballottaggio lo dovesse vincere la Vigliaturo vi sarebbe una oggettiva situazione di ingovernabilità.
Mario Bonacci, che si rivolgeva al mondo del centrosinistra, non è andato al di là di 2105 voti(17,11%). Maurizio Feraudo, con tre liste civiche alle quali si richiamava anche l’amministrazione comunale uscente, si è fermato a 1575 voti(12,80%).
Al ballottaggio non vi saranno nuove alleanze ufficiali con l’apparentamento. Pino Capalbo lo ha già detto a caldo, si tratterà solo di uno sforzo supplementare con la stessa formazione. Anche Bonacci se n’è tirato fuori, accompagnando l’annuncio con un misto di soddisfazione e delusione per il risultato ottenuto, “che sarebbe migliorato se solo avessimo avuto più tempo. Eravamo in grande rimonta”.
Per Feraudo, “sul risultato ha pesato l’incapacità dell’amministrazione uscente di far capire agli elettori le cose buone che erano state fatte”. Circa il futuro di questo progetto politico, “dobbiamo guardarci in faccia e fare un serio esame, per capire se vi sia un futuro insieme”.
La Vigliaturo non si nasconde le difficoltà per il voto alle liste di Capalbo, “tuttavia faremo il nostro dovere fino in fondo”. Certamente l’unica pretendente femminile alla carica di sindaco potrà pescare negli elettorati di Bonacci e Feraudo ed è su questo che punta. D’altro canto, rivolgendosi il primo a un elettorato affine a quello di Capalbo, questi potrebbe addirittura incrementare i consensi del primo turno.
Pino Capalbo è decisamente soddisfatto del risultato, sebbene permanga una naturale scia di delusione per una vittoria definitiva sfumata per una manciata di voti. I prossimi saranno giorni ancora di grande sforzo elettorale, perché c’è da tenere in caldo un elettorato che si è dimostrato nei suoi confronti assai generoso e occorre poi ricorrere alla mozione degli affetti per riconquistare quella fetta di centrosinistra che al primo turno gli ha preferito Mario Bonacci. Un situazione analoga si era registrata nel 1998, quando ad Angelo Rocco mancavano pochi voti per la vittoria al primo turno. Vinse comunque al ballottaggio.
Ieri, calcolatrice alla mano, si facevano i conti circa la suddivisione dei seggi in consiglio comunale. La coalizione di Capalbo, in caso di vittoria, arriverebbe a undici su sedici. In caso di sconfitta si fermerebbe comunque a dieci, conservando la maggioranza.
Per quanto riguarda le preferenze ai singoli candidati, oggi si dovrebbe avere un primo quadro riassuntivo.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 13-06-2017 Piero Cirino