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Acri-Giacinto Le Pera, da Checco Zalone a Canale 5

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Dice di avere una grande passione per il cinema, ma che non la considera la sua attività principale, quella che ti dà da vivere.
Tuttavia Giacinto Le Pera, un destino comune a tanti giovani calabresi, con la valigia in mano per trovare la sua strada, con i set e la telecamera ci ha preso gusto. Ha 48 anni, molti dei quali trascorsi lontano dalla sua terra d’origine. “Sono andato via da Acri – ricorda – quando avevo solo vent’anni, ma ci ritorno spesso e ben volentieri”. Oggi vive a Milano e fa l’imprenditore. La sua faccia “un po’ così” lo aiuta non poco davanti alle telecamere, al punto da essere evidentemente interessante per alcuni tipi di personaggi.
Ha iniziato a metà anni novanta, come assistente regia di Guido Giansoldati, per vari spot pubblicitari e cortometraggi. Nel 2001 è stato assistente di produzione e ha avuto un cameo nel noir Malabana, con Compay Segundo dei Buena Vista Social Club, in una produzione italo – cubana per la regia di Guido Giansoldati.
A cinque anni di distanza, nel 2006, è assistente alla regia nel film Mañana, il cui regista era Alejandro Moya e nel 2009 figura come assistente di produzione per il documentario Cuban Harlistas, ancora al fianco di Guido Giansoldati.
La notorietà arriva quest’anno, con una parte nel film record di incassi Quo vado, con Checco Zalone, per la regia di Gennaro Nunziante.
Figura anche nella fiction Solo, con Marco Bocci e Peppino Mazzotta, regia di Michele Alhaique, in onda in queste settimane su Canale 5. Sempre per l’ammiraglia Mediaset, prossimamente lo ritroveremo anche nella fiction Rosy Abate, spin-off di Squadra Antimafia, per la regia di Beniamino Catena.
Giacinto definisce “maledetta” la sua passione per la macchina da presa. “Mi affascina tutto quello che sta dietro – ci dice -, il lavoro che occorre per poter girare un minuto di riprese”. La sua esperienza più coinvolgente è stata Malabana, “ho trascorso diversi mesi a Cuba e questa esperienza mi ha permesso anche di poter vedere all’opera l’immenso Compay Segundo. E’ stato indimenticabile”.
Non vive il futuro come un’ossessione, “perché per me è tutto un gioco e non penso a quello che sarà, godendomi ogni passo di questo straordinario percorso”.
Da “Il Quotidiano del Sud” dell’08-12-2016 Piero Cirino


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