Acri-Il Comune bussa a denari
Fa discutere, e non poco, la decisione del Comune di riscuotere un anticipo sul consumo dell’acqua.
Dopo i problemi dello scorso anno, con la quota minima, poi rientrata, un nuovo fronte polemico sembra essere stato innescato.
I contribuenti i questi giorni si sono visti recapitare le cartelle del consumo dell’acqua, senza che in moltissimi casi sia stato rilevato sul contatore.
In pratica, il Comune, con le casse in perenne stato di sofferenza, chiede ai cittadini una sorta di acconto del 60%, in attesa di definire il totale, dopo l’avvenuta lettura.
Si tratta di una somma a valere su una cifra finale ipotetica, basata sui consumi degli anni scorsi. In teoria, il Comune potrebbe anche incassare più di quanto dovuto. E’ difficile che ciò avvenga, ma è una ipotesi ipoteticamente realizzabile. La cartella va pagata entro il 15 ottobre.
Lo scorso anno sul cosiddetto consumo idrico integrato si accese una furibonda polemica, seconda solo a quella sulla Tari, la tassa sulla spazzatura.
Nelle cartelle infatti era stata inclusa la cosiddetta quota minima di consumo, pari a 14 metri cubi, applicata anche a chi questa cifra non l’avesse raggiunta sul contatore.
Il primo effetto fu l’immediata e prevedibile corsa alla disattivazione di tutti gli allacci che si riferivano a magazzini, case non abitate e a tutti quei luoghi in cui non ci fosse consumo d’acqua periodico.
In molti eccepirono sulla legittimità di un simile provvedimento e alla fine il Comune decise di tornare sui suoi passi, non applicando la quota minima a chi non avesse ancora provveduto al pagamento e rimborsandola a quanti l’avessero già fatto.
Ora un nuovo fronte e in molti si chiedono perché dovrebbero anticipare al Comune una somma che in parte teoricamente potrebbe essere non dovuta. Sul versante legale invece c’è chi sta verificando anche in questo caso la legittimità di questo meccanismo.
Sulla vicenda tuttavia non si è ancora udita la voce della Libera Associazione Cittadina Acrese, che lo scorso anno sul caro tasse, in particolare sulla Tari, portò in piazza cinquemila acresi. Lo scorso anno il gettito nelle casse dell’ente raggiunse percentuali non compatibili con i servizi che un Comune dovrebbe garantire ai cittadini.
Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” del 19-09-2015.