Acri-La Laca, via una cappa di oppressione sulla città
In due anni tanti sono stati i momenti di tensione tra l’amministrazione comunale uscente e la Laca(Libera Associazione Cittadini Acresi).
Le ultime vicende non potevano lasciare indifferente l’associazione, che, in una nota, ha dato la sua lettura della caduta di Tenuta e soci.
“Alla fine è accaduto – vi si legge -, l’amministrazione comunale di Acri, sindaco in primis, è caduta. E’ stato come se la cappa di oppressione che gravava sulla città si fosse di colpo diradata e un grosso sospiro di sollievo si fosse levato all’unisono”. Per la Laca, “dopo un primo momento di incredulità, abbiamo realizzato che era tutto vero”.
Due anni “di denunce su tassazione al massimo, su mancanza di dialogo con la popolazione, sulla mancata realizzazione delle promesse, sullo sperpero di denaro pubblico, sul depotenziamento dell’ospedale civile “Beato Angelo”, sulla svendita del patrimonio pubblico, sulla viabilità, sulla mancanza cronica di acqua, sull’emorragia di giovani, sulle attività commerciali che chiudono, sull’esternalizzazione dei servizi pubblici, sul dissesto finanziario dell’ente, sul clima di tensione e di odio verso i cittadini che chiedevano solo il rispetto dei propri diritti. Dopo tutto questo, eravamo finalmente orfani dei nostri amministratori. Di una cosa siamo oltremodo contenti: almeno adesso i soldi delle nostre tasse non verranno più gestiti da gente sorda ad ogni richiesta e assente dalle proprie responsabilità.
Resta – prosegue la nota – solo un po’ di amarezza nel constatare che il tutto si sia realizzato in conseguenza una foto sfocata ed un conveniente calcolo personale non concretizzato. La stessa convenienza che ha tenuto attaccati alla poltrona, con la super colla, tutti gli altri consiglieri di maggioranza. Solo un mese fa qualcuno ci definiva volgari e provocatori, auspicando la fine “naturale” al 2018 del mandato. Adesso abbiamo avuto la conferma di tutto ciò che affermavamo”.
Ora per l’associazione bisogna “battersi per l’annullamento della delibera sull’esternalizzazione del servizio tributi, che farà perdere al Comune, cioè a noi cittadini, oltre 3 milioni di euro in 6 anni. Di certo si partirà, come sempre è stato, dal presupposto che la Casa Comune e tutti i beni pubblici sono dei cittadini e non dell’amministrazione di turno, che per un periodo limitato di tempo è chiamata a gestire”.
Da “Il Quotidiano del Sud” dell’08-02-2017 Piero Cirino