Acri-Laca, sull’acqua occorrono esami più approfonditi
Sulla presenza di coliformi nell’acqua di cinque fontane pubbliche, ieri, con una nota, è intervenuta la Laca (Libera Associazione Cittadini Acresi).
“Suscita non poche preoccupazioni – vi si legge – l’ordinanza n.39 del 6 ottobre scorso, in merito alla presenza di una concentrazione oltre i limiti di legge dei coliformi totali in cinque fontane pubbliche del centro cittadino; quest’ultime sono tutte collegate alla rete idrica comunale e in punti di prelievo che normalmente presentano un flusso continuo e ininterrotto d’acqua e quindi non soggette ad eventuali ristagni idrici che potrebbero far pensare ad una proliferazione degli stessi coliformi, pertanto si richiede un attenta analisi sull’intera rete idrica territoriale”.
La Laca “non vuole creare allarmismo, soprattutto a pochi giorni dalla canonizzazione di Sant’Angelo d’Acri, nell’attesa dell’arrivo, si spera, di molti pellegrini, ma chiede che all’amministrazione rassicurazioni circa la qualità delle acque che escono dai rubinetti delle nostre case”. Per questo motivo “proponiamo agli organismi preposti di effettuare nell’immediatezza e periodicamente prelievi di campioni di acqua, così come prescrive la legge, nei serbatoi collegati alla rete idrica comunale, sollecitando nel contempo un monitoraggio approfondito dell’intera rete idrica cittadina, di cui purtroppo non esiste una topografia dettagliata. Consigliamo anche di effettuare dei controlli a campione in abitazioni – prosegue la nota -, in zone significative del territorio. Invitiamo la Sorical, fornitrice di oltre metà della portata d’acqua del territorio acrese, ad effettuare controlli sulla rete idrica di propria competenza, in sinergia con l’amministrazione comunale, e rendere pubblici i risultati, superando la contrapposizione che ha avuto apice a inizio agosto scorso”.
La Laca chiede anche che “le analisi relative al sistema idrico integrato (acquedotto e fognatura) vengano, come è giusto che sia, pubblicate sul sito istituzionale comunale”.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 13-10-2017 Piero Cirino