Acri-Laca, sull’atto aziendale solo fumo negli occhi
La Laca (Libera Associazione Cittadini Acresi) lancia l’allarme sui tempi di attuazione dell’atto aziendale, che dovrebbe conferire una nuova fisionomia all’ospedale cittadino.
“Qualche settimana fa ad Acri – si legge in una nota dell’associazione – ha aperto i battenti un poliambulatorio facente capo ad un noto gruppo imprenditoriale sanitario crotonese. Un’altra struttura è di prossima apertura e si vocifera che ve ne sarà un’altra. Noi non siamo assolutamente contro chi voglia fare impresa nella sanità, va bene se serve a diversificare l’offerta sul territorio e che sia di qualità. Pretendiamo, però, che il servizio pubblico, pagato con le nostre tasse, come lo stipendio di chi ci governa, dia risposte ai cittadini”.
In questi otto anni di commissariamento, “l’offerta del servizio sanitario regionale è andata progressivamente diminuendo in termini di efficienza e servizi erogati, senza una reale riorganizzazione funzionale della rete ospedaliera e territoriale”.
Per la Laca, “i nuovi ospedali promessi sono fermi al palo: non si sa dove sono finiti i finanziamenti stanziati per la loro realizzazione, e la Regione che solleva, finalmente, delle riserve sulla loro progettazione: meglio tardi che mai. Mentre la politica nicchia, e l’atto aziendale approvato a metà agosto, questa è l’attuale situazione dell’ospedale di Acri: dipendiamo e dipenderemo in parte, ancora, da Castrovillari per servizi come la Teleradiologia e il Pronto Soccorso; il Primario di Medicina; la Risonanza Magnetica non ancora consegnata; il reparto di Lungodegenza non realizzato; la carenza ormai cronica di medici al Pronto Soccorso con 4 effettivi sui 6 previsti; il reparto di Chirurgia che opera sempre in regime di “day surgery”, anch’esso sottorganico di medici chirurghi, 2 su 4 previsti e 3 su 5 anestesisti previsti; non esistono i 4 posti in più di Dialisi; dell’ambulatorio di Oncologia neanche l’ombra; il day-hospital di Medicina non ancora aperto al 100%, con gli ambulatori (Reumatologia, Diabetologia, Pneumologia, Ecografia, Ecodoppler) fermi ad agosto 2017. Aggiungiamoci – prosegue la nota -, anche, che entro la fine dell’anno andrà in pensione personale medico, infermieristico, amministrativo e tecnico, 3 entro la fine dell’anno, a cui se ne aggiungeranno altre 11 unità nel 2018, le quali non verranno sostituite, poiché non esiste un piano di assunzioni programmato da parte dell’Asp provinciale. Insomma, la situazione per il presidio ospedaliero di Acri è sempre più precaria. A nulla sono valse – conclude la Laca – le richieste della Laca espresse nel consiglio comunale aperto di inizio settembre. Le promesse da parte di politica e dirigenza sanitaria si sono rivelate solo fumo negli occhi. I cittadini, intanto, sono sempre più infuriati”.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 07-11-2017 Piero Cirino