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Acri-M5S, Gencarelli si dimetta

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Il Movimento Cinque Stelle ieri ha dato una sua lettura delle dimissioni dell’assessore Maria Francesca Coschignano.
“Era già nell’aria a fine 2015 – si legge in una nota -, l’assessore Coschignano si è dimessa. Per “motivi personali” si dice. Stessa motivazione laconica usata nelle dimissioni degli assessori Capalbo e Benvenuto. Avevamo già notato le numerose assenze in giunta comunale e anche in consiglio. Di questa decisione – scrivno i pentastellati – non siamo né felici né tristi, ma certamente arriva tardi. Arriva, però, a debita distanza dal secondo flop dell’Estate acrese e dalle polemiche scaturite dalla disorganizzazione dei diversi eventi”.
Per il M5S, “nessuno dalla maggioranza dà una spiegazione, in primis il sindaco che a suo tempo l’aveva “blindata”. Se ne va in silenzio, senza clamore. Una fine scontata di una carriera politica iniziata bene”.
Elle critiche verso l’Avv. Coschignano, “si rispondeva: “è stata eletta dal popolo”. Certo, ma per fare il consigliere, non certo l’assessore. Compito, questo, per il quale sono richieste particolari doti gestionali e organizzative, che noi riteniamo non avesse”.
Le dimissioni arrivano “anche a due mesi di distanza dal consiglio comunale del 28 ottobre scorso, dove tutti in maggioranza si sono “stracciati le vesti” per difendere il suo operato. Ma sono da comprendere: difendevano se stessi e i loro fallimenti, della rassegna estiva, come di tutte le altre “iniziative” del suo assessorato. Tutti si sono assunti la responsabilità del fallimento dell’”azione” amministrativa – prosegue la nota – , dovevano farlo per avere una poltrona sulla quale sedersi in consiglio. Ma ancor più delle tarde dimissioni della Coschignano, ci lasciano ancora più basiti le “non dimissioni” dell’Avv. Gencarelli. Persona irreprensibile – scrive ancora il M5S – e professionista di indubbie doti morali. Coerenza vorrebbe che per fugare ogni dubbio sul suo operato, prima e dopo diventare assessore, si dovesse far da parte. La questione non è una semplice causa civile per una multa, o una bolletta non pagata, ma di firme false”.
Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” del 15-01-2016.


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