Acri-Maiorano si dimette e accusa Tenuta e la maggioranza
A più riprese, soprattutto nelle riunioni delle assise municipali, ma anche in altre pubbliche occasioni, Luigi Maiorano aveva manifestato un profondo disagio nell’espletamento del suo incarico. Da martedì scorso, lo ha messo nero su bianco, nelle sue irrevocabili dimissioni da consigliere comunale di opposizione.
E’ approdato nell’assemblea civica nel 2000 e in quella legislatura ha ricoperto anche la carica di presidente del consiglio comunale. Alla tornata successiva non è stato rieletto, ma ha ripreso il suo posto tra gli scanni delle assise nel 2010.
Anche in questo caso ricoprirà importanti ruoli: vicesindaco prima, sindaco facente funzioni dopo la scelta di Gino Trematerra di lasciare la carica di primo cittadino per ricoprire quella di parlamentare europeo. Nel 2013 l’Udc lo candidò a sindaco, ma non venne eletto.
In consiglio comunale, fino a martedì scorso, era capogruppo di “Futuro acrese”, una lista satellite dell’Udc. Il suo posto lo prenderà Ernesto Cozzetto, già assessore comunale nella precedente legislatura.
Maiorano non ha difficoltà a motivare la sua scelta di abbandonare il consiglio comunale.
“In questi due anni e mezzo – afferma l’ex sindaco facente funzioni – mi sono sentito inutile. L’opposizione viene considerata solo come un fastidio e non è messa nelle condizioni di svolgere il proprio ruolo. Quasi sempre – ha aggiunto Gino Maiorano – arriviamo in consiglio a dover votare su provvedimenti i cui documenti ci vengono consegnati solo a poche ore dalla riunione”.
L’ex segretario cittadino dell’Udc ricorda che “anche in passato abbiamo vissuto stagioni politiche di netta contrapposizione, ma sempre nel reciproco rispetto per le posizioni dell’altro. Oggi invece la maggioranza non tiene conto delle regole democratiche, chiudendosi a riccio e pensando che quello che fa sia la verità assoluta”.
Quindi l’affondo: “ho sacrificato professione e affetti per la politica, ma finora ne è valsa la pena, d’ora in poi non è più così. Mi auguro che la mia decisione possa essere utile a far comprendere il bluff di una maggioranza che si dice democratica a parole, ma oltraggia la democrazia con i fatti”.
Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” del 10-10-2015.