ACRI: Mangano, sulla Biomassa Acri ha Perso l’Ennesima Opportunità di Sviluppo
Non accenna a calare di tensione il dibattito sulla centrale a biomassa sul territorio comunale, che il Comune ha deciso di non costruire, rinunciando anche al finanziamento regionale di 800 mila euro per le opere di urbanizzazione.
Dopo tanti pareri contrari alla centrale, ieri, con una nota, è intervenuto l’ex assessore all’Urbanistica, Italo Mangano, in giunta negli esecutivi guidati da Gino Trematerra prima e da Luigi Maiorano poi, in quota PdL.
“Alla luce di quanto successo nell’ultimo consiglio comunale – scrive Mangano -, voglio esprimere il mio fermo disappunto sulla scelta operata dalla maggioranza consiliare e dal Pd di rinunciare alla realizzazione della centrale a biomassa in località Chianette”.
Per Mangano “sembra che Acri subisca una sorta di maledizione su qualunque opera che generi sviluppo si voglia realizzare. La nostra città di opportunità di crescita e sviluppo ne ha avute tante, ma si è sempre preferito lo status quo, o peggio l’immobilismo, o ancora peggio si è preferito scientemente tenere Acri fuori dalle logiche economiche virtuose e relegarla in una sorta di isolamento sociale, culturale, economico e geografico”.
L’ex assessore all’Urbanistica ricorda “la rinuncia da parte delle allora amministrazioni comunali tutte di sinistra della strada a scorrimento veloce per Cosenza e la rinuncia alla realizzazione sul nostro territorio di un super carcere che poi chi più lungimirante dei nostri politici di allora ha dirottato e realizzato a Castrovillari. La realizzazione di un super carcere avrebbe portato ad Acri ingenti risorse economiche, avrebbe creato lavoro e con l’indotto la città avrebbe goduto di un ritorno in termini di occupazione e sviluppo non indifferente; non solo, avrebbe preservato strutture pubbliche esistenti quale ospedale, tribunale, guardia di finanza eccc, a cui si sarebbero aggiunti una compagnia di Carabinieri, Polizia Stradale, Vigili del fuoco e numerosi agenti della polizia penitenziaria avrebbero soggiornato ad Acri con le loro famiglie”.
Per quanto riguardo la biomassa, “gli attuali amministratori, perfettamente in linea con il passato, hanno deciso di non realizzare e lo hanno fatto con motivazioni uguali a quelle paventate negli anni passati: arriva la delinquenza, la mafia e forse anche Diabolik. Avrei – prosegue la nota – anche compreso un dibattito sull’utilità della centrale, sull’eventuale impatto ambientale e sulla ricaduta occupazionale ed economica. Nulla di tutto ciò”.
Italo Mangano ritiene che “la realizzazione di una centrale a biomasse sul territorio di Acri avrebbe avuto ricadute positive in diversi settori, da quello occupazionale a quello energetico a quello economico, senza avere, di contro, ripercussioni negative dal punto di vista ambientale. Si poteva e si doveva, a mio avviso, approfondire la questione e non rinunciare a priori ad una possibile fonte di sviluppo”.
Piero Cirino
Da “Il Quotidiano della Calabria” del 29-01-2014.