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ACRI: Mostra al MACA su Chimenti

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Nell’ambito della sesta edizione del progetto Bancartis, indetto dal Bcc Mediocrati, il Maca(Museo Arte Contemporanea Acri) ospita un’ampia mostra personale del pittore Pino Chimenti, composta da circa 50 opere, che spaziano lungo trent’anni di carriera artistica.
La mostra, a cura di Boris Brollo, inaugurerà sabato 20 aprile, alle ore 17:30, in concomitanza con l’inaugurazione della prima tappa del progetto Young at Art, attraverso il quale il Maca intende promuovere i giovani artisti calabresi.
Pino Chimenti è reduce dalla partecipazione al Padiglione Italiano della Biennale di Venezia del 2011, segnalato al curatore Vittorio Sgarbi dal noto critico d’arte Gillo Dorfles, che, nel 1985, lo aveva già selezionato per apparire tra gli artisti scelti dalla critica nel prestigioso Catalogo dell’Arte Italiana edito da Mondadori.
“Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Urbino – si legge in una nota biografica del Maca -, sotto la guida del pittore Concetto Pozzati, Chimenti partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero”.
A partire dalla seconda metà degli anni ’70, “dopo un breve periodo di ricerca concettuale, la sua pittura acquista maggiore libertà compositiva, avvicinandosi alla personalissima figurazione astratto-fantastica che contraddistingue ancora oggi il suo lavoro, mai incline a seguire mode e correnti e caratterizzato da un’inconfondibile atmosfera fiabesca pervasa da una sottile ironia”.
“Ormai da diversi anni – ha scritto Dorfles dell’artista – prosegue nell’invenzione costante di piccoli miti personali, di strane leggende, nelle quali dei personaggi, tra il surreale e il ludico, tra il grottesco e l’affabile, si trastullano in mezzo a ghirlande di forme variopinte, di marezzature cromatiche, di sottili estroflessioni magnetiche, sempre sostenute da un minuzioso grafismo”.
Proprio quei miti personali e quei personaggi ludici e surreali sono i protagonisti della mostra del Maca, “che li declina attraverso una collezione di circa 50 opere pittoriche, in cui il curatore Boris Brollo intravede un’affinità di spirito che lega l’artista calabrese a Picasso”.
Per Brollo, “non è una questione di forma o di segno, ma di concetto. Egli traduce l’opposizione di Picasso al regime franchista in una opposizione tout court”.
Secondo il curatore della mostra, “egli è un moderno maestro del racconto di questa terra calabra appartenuta a una grande storia e le cui radici trasudano ancora di questo passato glorioso. Pure qui egli sviluppa un senso del fantasticare che, benché affondi le radici nel passato, guarda al futuro. Futuro in cui il concetto dell’eterna lotta umana, oggi rimandata al virtuale, al computer e alle bombe intelligenti, segna un punto ancora umano alla lotta a corpo a corpo”.
La mostra rimarrà aperta fino al 16 giugno.

fonte: Il Quotidiano della Calabria


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