ACRI: Ospedale, l’ASP Conferma lo Spoke con Castrovillari
L’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza ha confermato l’intenzione di procedere nella direzione di “una integrazione funzionale tra l’ospedale Spoke di Castrovillari e Acri”.
Lo ha fatto in riferimento agli adempimenti relativi al decreto n.191, firmato dal commissario Giuseppe Scopelliti, che ha istituito l’ospedale Spoke Acri – Castrovillari.
Dopo aver richiamato l’intero iter che ha portato al decreto, nella comunicazione indirizzata ai sub commissari per l’attuazione del Piano di Rientro, firmata dal Direttore Sanitario, Luigi Palumbo, e controfirmata dal Direttore Generale, Gianfranco Scarpelli, si legge che l’Asp propone “in questa fase, in via temporanea e provvisoria, in attesa dell’approvazione dell’atto aziendale e del nuovo piano sanitario regionale, una integrazione funzionale tra l’ospedale Spoke di Castrovillari e Acri, al fine di realizzare una aggregazione gestionale e funzionale delle attività dei due ospedali per aree omogenee, con utilizzo integrato e funzionale dei posti letto per l’effettuazione di prestazioni sanitarie mediche e chirurgiche programmate, con possibile razionalizzazione e integrazione del personale dipendente”.
A ben leggere, questa conclusione si presta a più di una interpretazione e sembra rimandare in là decisione più attesa.
Viene confermata una volontà, ma manca la chiarezza su cosa debba essere fatto nei due ospedali e quali siano i servizi che i due nosocomi dovrebbero garantire.
In questa direzione va anche la richiesta delle organizzazioni sindacali di istituire un tavolo tecnico, “al fine di individuare, sulla base dell’intensità di cura, un modello organizzativo che preveda una integrazione funzionale degli ospedali di Castrovillari, Acri e San Giovanni in Fiore”.
Il decreto per l’istituzione di un ospedale Spoke Acri – Castrovillari nel centro presilano ha suscitato molte attese e acceso speranze.
Negli ultimi anni infatti si è registrato un crescendo nel depauperamento dell’offerta sanitaria dell’ospedale civile “Beato Angelo”.
Il venir meno di prestazioni e servizi del nosocomio cittadino, considerato in parallelo ai tanti giudizi positivi al termine delle sistematiche ispezioni di esperti inviati dalla Regione, ha messo in apprensione un’intera comunità.
Dopo il decreto sullo Spoke, istituzioni cittadine, partiti politici e associazioni avevano salutato con favore la decisione, ritenendo che così era stato posto rimedio a una serie di torti che nel tempo la comunità acrese aveva subito.
fonte: il Quotidiano della Calabria