Acri-Ospedale, i sindaci del comprensorio chiedono un incontro al Commissario alla Sanità
Ieri pomeriggio, nella sede municipale, si è tenuto un incontro, promosso dall’amministrazione comunale, con i sindaci del comprensorio per cercare di mettere in campo azioni comuni per il rilancio dell’ospedale civile “Beato Angelo”.
Oltre a Nicola Tenuta, sindaco di Acri, erano presenti i primi cittadini Umile Bisignano, di Bisignano; Manfredi Tedesco, di Luzzi; Cesare Marini, di San Demetrio Corone; Gianfranco Ceramella, di Santa Sofia d’Epiro; Gianni Gabriele, di San Giorgio Albanese; Cosmo Azzinnari, di San Cosmo Albanese; e Antonio Pomillo, di Vaccarizzo Albanese.
Alla fine dell’incontro è stato licenziato un documento sottoscritto da tutti, che riassume i termini della discussione.
E’stato inviato alla Regione Calabria, Dipartimento “Tutela della Salute e Politiche Sanitarie”, e al Commissario ad acta per il Piano di Rientro, Massimo Scura, con la richiesta di “un incontro sulle prospettive future e sull’organizzazione del presidio ospedaliero “Beato Angelo” di Acri”.
Per i sindaci che l’hanno firmato, “l’ospedale di Acri è attivo da trent’anni e negli ultimi tempi sono stati effettuati notevoli investimenti: dal nuovo plesso operatorio al reparto di Chirurgia, dalla Psichiatria alla Tac”.
Si tratta di un ospedale che “è punto di riferimento di un vasto territorio di oltre duecento chilometri quadrati e Comuni limitrofi, con una popolazione di 60/70 mila abitanti, con una particolare conformazione oro – morfologica che vede dislivelli altimetrici dai 600 ai 1200 metri e tempi di percorrenza di ben oltre 90 minuti per raggiungere la struttura ospedaliera e organizzare un servizio ottimale di urgenza – emergenza”.
Nel documento si fa una cronistoria dell’impoverimento del nosocomio cittadino, fino al decreto che ha istituito lo Spoke con Castrovillari, che “nei fatti è ancora più depotenziato rispetto all’ospedale di area montana o disagiata”.
I sindaci chiedono alla Regione “un efficace intervento che possa riempire di contenuti l’Ospedale Spoke e renderlo più funzionale, integrando le unità operative complesse non presenti a Castrovillari o, in alternativa, renderlo Ospedale di Base, sede di Pronto Soccorso, anche con un bacino di utenza inferiore a 80 mila abitanti, per come previsto nelle zone montane e insulari”.
Deve essere dotato “di Medicina Interna, Chirurgia, Anestesia, Ortopedia e servizi di supporto in rete di guardia attiva o in regime di pronta disponibilità h/24, Radiologia, Laboratorio di Analisi ed Emoteca”. Inoltre è auspicabile che “in area chirurgica integrata si possano effettuare interventi ginecologici programmati e garantire le emergenze – urgenze ostetrico – ginecologiche che si possono verificare in un’area disagiata come quella del territorio acrese e del comprensorio di riferimento”.
Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” del 21-03-2015.