Acri-Ospedale, strumenti non riparati, stop a Holter pressorio e Breath test
In attesa che ci sia un atto aziendale a rendere esecutivo un qualsiasi decreto che possa identificare la sua natura, l’ospedale di Acri continua la sua lotta per la sopravvivenza.
Non passa giorno che non vi siano notizie che destano inquietudine nelle comunità locale e limitrofe.
Si vive da anni in un’atmosfera di “aspettando Godot”, con impegni assunti e disattesi, speranze che rimangono tali e protagonisti che si alternano, a fronte di risultati tutto sommato simili.
Le ultime che arrivano dal “Beato Angelo” non sono certo incoraggianti e non riguardano disposizioni emesse da questa o quella autorità, ma i servizi e il personale.
Non si è ancora spenta l’eco delle polemiche seguite alla reperibilità notturna da garantire a Castrovillari per alcuni giorni a settimana di un medico dell’ospedale di Acri( disposizione poi rientrata) che altri casi si depositano sul taccuino del cronista.
Ad esempio, capita che per la mancanza di ordinaria manutenzione o per quella di un tempestivo di intervento su dispositivi in uso al nosocomio acrese vengano interrotti importantissimi servizi.
Da inizio giugno non è più possibile quello dell’Holter pressorio, perché tutti e tre gli strumenti sono fuori uso. Stesso discorso per il Breath Test Helicobacter, il cosiddetto test del respiro, che permette una diagnosi precisa per patologie gastrointestinali. In quest’ultimo caso, l’avaria dello strumento risale a tre settimane fa.
C’è poi la perenne emergenza legata all’organico. Da qualche tempo i medici internisti devono anche garantire un supporto al Pronto Soccorso, che significa spostare risorse umane laddove sono comunque necessarie.
Questi ultimi casi non fanno altro che alimentare una casistica che, vista nel tempo, non può non destare allarme. Al momento il “Beato Angelo” non è più uno Spoke e non è ancora un Ospedale di zona disagiata. Il decreto 30 del commissario Massimo Scura, che qualcosa aveva recepito delle istanze della comunità locale, non è stato ritenuto soddisfacente, al punto che l’amministrazione comunale l’ha impugnato davanti al Tribunale Amministrativo Regionale. Nelle more che si identifichi con certezza la sua identità, il nosocomio acrese continua a perdere pezzi. E non sarà facile ricollocarli.
Piero Cirino
Da “Il Quotidiano del Sud” dell’08-07-2016.