Acri-Palumbo coordinatore provinciale Giovani Udc
Nei giorni scorsi, Salvatore Palumbo, 22 anni, consigliere comunale ad Acri, è stato nominato coordinatore provinciale giovani Udc.
“Intanto –commenta a caldo Palumbo – rivolgo gli auguri al neo coordinatore regionale dei giovani Udc, Williams Verta, e lo ringrazio per aver avuto fiducia in me. Ringrazio anche il coordinatore nazionale giovani Udc, Marco Martino, con il quale mi rapporterò spesso. Spero di ricoprire nel migliore dei modi tale carica, anche perché necessita un cambio di tendenza politica per l’Italia, per Calabria e per i nostri paesi. Vedo questo nuovo progetto molto partecipato – ha aggiunto Palumbo -, con ragazzi determinati a riportare l’Udc in alto, vedere un partito che si interessa dei giovani o meglio ancora che pone come priorità il movimento giovanile, soprattutto nella nostra Calabria, fa pensare ad un vero cambiamento.
Per il giovane consigliere comunale acrese, “un elemento importante, oggi, è la comunicazione, poiché oltre alla formazione politica e personale è l’unico seme che può far rinascere e ripartire la cultura moderata del nostro Paese. Fino ad oggi la politica si è interessata ai cittadini, ai giovani solo in periodi di campagna elettorale, invece deve essere presente sempre, tutti i giorni, esercitata nei territori, deve ascoltare e mettersi a disposizione.
La maggior parte dei giovani – ha proseguito Salvatore Palumbo – prende la valigia ed emigra per trovare una speranza di lavoro, visto il degrado in cui viviamo nel nostro mezzogiorno, oggi più che mai occorre fare qualcosa, soprattutto per i giovani, perché sono o potrebbero essere un vero e sano cambiamento sotto tutto i punti di vista, oltre a rappresentare il futuro, ed io, essendo un giovane, ho l’obbligo di rilevare queste vicissitudini, anche perché oggi oltre ad essere l’ultima Regione a livello europeo per il mancato utilizzo dei fondi europei, la Calabria ha un tasso di disoccupazione giovanile pari al 56%, ciò mortifica diplomati ma anche laureati. Occorre fare qualcosa per creare posti di lavoro e per impedire l’emigrazione cosiddetta intellettuale che, ultimamente, ha portato via dalla Regione intere famiglie ma anche per assicurare un degno sviluppo socio economico alla Calabria”.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 17-10-2018 Piero Cirino