Acri-Pd, i ribelli a Guglielmelli, lavora per dividere
Il Pd ad Acri sembra avere ormai imboccato la strada senza ritorno della scissione. Ieri la replica al segretario provinciale Luigi Guglielmelli da parte dei circa cento tesserati che avevano richiesto le primarie per la scelta del candidato a sindaco.
“Noi – si legge in una nota -, iscritti al Partito Democratico, vogliamo solo affermare la nostra identità di cittadini acresi, impegnati nell’intento di portare avanti valori come la dignità, l’uguaglianza, la giustizia, la solidarietà,in quanto siamo seriamente preoccupati dello scadimento culturale della contesa politica all’interno del Pd acrese. Il suo intervento doveva essere solo di ricucitura delle profonde spaccature esistenti, divergenze determinate solo da personalismi e non da cause di carattere programmatiche. Caro segretario provinciale, ci aspettavamo che il suo intervento avrebbe messo fine a questo divario che porterà di sicuro alla deriva del Pd, invece lei da giudice ha sancito in maniera più marcata la suddetta divisione”.
Pertanto “delle sue parole sarà costretto ad assumersene le responsabilità politiche, in relazione al ruolo che svolge come segretario provinciale del partito, e dovrà farlo davanti a tutti i cittadini di Acri. Il suo ruolo doveva essere quello di un abile tessitore dell’unità del Partito Democratico, per poter presentare agli elettori del nostro paese un progetto politico condiviso da tutti, un partito che rompa con quei comportamenti personalistici, che sia punto di riferimento, trasparente ed affidabile.
La nostra idea – è scritto ancora nella nota – è quella di un partito aperto alla società che, rifiutando ogni suggestione leaderistica, possa fondare la sua forza nell’essere un soggetto collettivo radicato e rappresentativo della realtà sociale del paese. L’idea dei suoi amici invece è semplicemente quella di un partito che si rivolge agli elettori solo in occasione delle competizioni elettorali nel ruolo di raccoglitore di più consensi possibili. Pertanto noi riteniamo che il nostro partito, per la sua cultura di governo condiviso e trasparente, alieno da facili tentazioni populistiche e demagogiche, sia chiaramente e coerentemente assunta in esso la proposta di indire le primarie, come momento di democrazia e partecipazione.
Caro segretario – conclude la nota -, per i motivi suindicati, la invitiamo a venire ad Acri, quando lei vorrà la incontreremo personalmente, con l’occasione rinnoveremo anche le tessere poiché ad oggi il rinnovo ci viene precluso. Affronteremo insieme le varie tematiche per il ripristino della democrazia, altrimenti ci espelli pure dal Partito Democratico ripristinando le disposizioni tipiche dei “Giullari del re””.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 17-02-2017 Piero Cirino