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Acri-Pd, sul dissesto le responsabiltià maggiori sono di Tenuta

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ACRI – Le vicende che hanno caratterizzato l’ultimo consiglio comunale, con il Comune in dissesto e l’elezione del nuovo presidente dell’assemblea, non potevano passare inosservate agli occhi delle opposizioni. L’occasione è troppo ghiotta per scagliarsi contro l’esecutivo guidato dal sindaco Nicola Tenuta e la maggioranza che lo sostiene. Ieri è stato il Partito Democratico a dare fuoco alle polveri.
“Il Comune di Acri – si legge in una nota del Pd – è definitivamente in dissesto finanziario. Poco nulla ormai potranno inventarsi il sindaco e i suoi innanzi alla sonora bocciatura, da parte della Corte dei Conti, del piano di rientro elaborato dalle lungimiranti menti dei nostri amministratori.
Per quanto ci riguarda – prosegue il Pd -, rivendichiamo con forza il fatto di non avere mai avallato gli inadeguati disegni di questa maggioranza e, soprattutto, di non avere mai votato quel piano di rientro palesemente inadatto a sopportare il fardello di una situazione finanziaria disastrosa, che, nel corso degli anni, tutte le amministrazioni hanno contribuito ad alimentare, anche lo stesso sindaco Tenuta, che ora, con le vesti ripulite, cerca di spacciarsi per un novizio della politica. Caro sindaco – continua la nota -, la colpa è soprattutto tua. E oggi lo è più che mai, dato che se solo avesse avuto l’umiltà di guardare in faccia alla realtà delle cose all’atto del suo insediamento, a quest’ora il Comune di Acri sarebbe già uscito dalla stagione commissariale. Invece ha deciso non solo di fare “perdere” altri tre anni alla città, ma bensì di aggravarne la situazione economica attraverso la stipula di altri mutui, attraverso l’aumento della spesa per mezzo di costanti esternalizzazioni e, non ultimo, attraverso le molte parcelle che le tasche degli acresi hanno dovuto pagare ai suoi famosi consulenti, i quali, altri meriti non hanno se non quello di aver contribuito a disastrare le casse comunali”.
Nonostante però questa drammatica situazione, “anziché prendere atto del fallimento dell’azione di governo e di risanamento attraverso le ovvie dimissioni, il sindaco, grazie alla complicità di una delle maggioranze consiliari più impreparate e disinteressate delle sorti della città di sempre, continua con le spartizioni, con le pratiche clientelari interne ed esterne alla sua compagine. Nell’ultimo consiglio comunale infatti la priorità per questi politicanti è stata quella di “posizionare” il consigliere Roselli sullo scranno di presidente del consiglio. Per tutto il resto, ci sono le tasche degli acresi”.

Da “Il Quotidiano del Sud” del 13-11-2016 Piero Cirino


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