Acri-Prodemos alla Vigliaturo, non accettiamo lezioni da chi ha portato il Comune al dissesto
La neonata associazione politico – culturale Prodemos rispedisce al mittente le accuse che nei giorni scorsi la consigliera comunale di opposizione Anna Vigliaturo aveva indirizzato a maggioranza ed esecutivo.
“Acri – si legge in una nota – è amministrata da cinque mesi da un sindaco che non ha mai fatto prima il sindaco, da assessori che non hanno mai fatto prima gli assessori e da dieci consiglieri di maggioranza di cui soltanto due hanno ricoperto il ruolo in precedenza. Questi nostri amministratori “inesperti” necessitano di una guida politica ed amministrativa e chi potrebbe ricoprire questo importante ruolo meglio di chi per anni è stata revisore dei conti ed assessore al Bilancio di un Comune portato al dissesto ed è riuscita ad entrare in consiglio comunale solo a seguito di incompatibilità di altri eletti o dopo essere stata candidata a sindaco perdente?”.
Dopo dieci anni dall’inizio dei lavori sulla SS660, costoro “si sono ritrovati candidati alle elezioni comunali proprio mentre la Provincia riusciva, dopo mille peripezie, a far riprendere i lavori sulla statale e si sono beccati contro un sit-in dei candidati degli altri schieramenti. Pochi giorni fa la stessa Provincia ha bandito i lavori per il completamento e la realizzazione dell’illuminazione della galleria Salice, in modo da poter finalmente aprire il tratto alla circolazione nel prossimo anno. A questo punto, per coerenza, dovrebbe esserci un ulteriore sit-in di protesta contro le strumentalizzazioni politiche”.
Gli amministratori “credono di essere una squadra, in cui ognuno mette le proprie competenze a disposizione della città, perfino gli “assessori aggiunti”, che poi sarebbero i “consiglieri delegati” previsti dallo statuto comunale, ed i collaboratori a titolo gratuito. Consiglieri delegati e collaboratori che sono talmente sciocchi da pensare di dedicare il loro tempo gratuitamente per risollevare le sorti di una città portata dritta nel baratro dalla vecchia politica”.
I cittadini acresi “si ritrovano a dover pagare tasse e tributi elevati al massimo ad un Comune che per loro non può spendere nulla perché dissestato e non può contrarre mutui fino all’anno 2044, si devono per giunta sorbire gente che vuole provare a dare una mano alla città gratuitamente prima di alzare bandiera bianca e scappare via come centinaia e centinaia di giovani stanno ormai facendo da anni.
Le (ri)apparizioni politiche sono cicliche – conclude la nota -, come la storia, capita infatti che ci si candidi alla carica di sindaco ed al primo turno si faccia la guerra al “nemico”, per poi, al ballottaggio, quando la sconfitta è ormai cosa certa, cercare “larghe intese” per il bene della città, per tornare poi a battagliare con il “nemico” qualche mese dopo, soprattutto se questo chiede l’aiuto di tutti per il bene del proprio Comune”.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 04-12-2017 Piero Cirino