Acri- Tenuta perde la maggioranza
E’ durata poco meno di quattro anni la seconda esperienza da sindaco di Nicola Tenuta. E’ stata bruscamente interrotta ieri nella tarda mattinata, quando nove consiglieri comunali, nello studio del notaio Francesco De Rosis, hanno firmato le loro dimissioni, poi consegnate al protocollo del Comune e trasmesse al Prefetto di Cosenza.
Si è ripetuto quello che era accaduto nel 1999, quando con il medesimo meccanismo decadeva da sindaco Angelo Rocco. Ironia della sorte, tra i firmatari delle dimissioni di allora, vi era anche Nicola Tenuta, consigliere di opposizione.
Ieri alle firme di Pino Capalbo, Luigi Cavallotti, Fabiana Fuscaldo, Ester Manes, Maria Mascitti, Leonardo Molinari, Anna Vigliaturo e Natale Viteritti si è aggiunta quella del consigliere di maggioranza Cosimo Fabbricatore.
Quest’ultimo è stato presidente del consiglio comunale ed è stato sfiduciato dai suoi stessi colleghi di coalizione. E’ stato anche candidato alle ultime Provinciali e ha raccolto solo quattro voti dei nove potenziali della maggioranza.
Da quando ha abbandonato la carica di presidente del consiglio, Fabbricatore nelle assise si era costituito da indipendente, marcando una certa autonomia dalla maggioranza, non lesinando all’uopo stilettate all’indirizzo dei compagni di ventura. Dire che quello di ieri sia stato un fulmine a ciel sereno sarebbe un azzardo, ma si sicuramente le cose sono precipitate all’indomani delle elezioni Provinciali. Sia Fabbricatore che Tenuta non hanno ancora rilasciato dichiarazioni pubbliche. Lo hanno fatto invece, subito dopo la formalizzazione delle loro dimissioni, gli otto consiglieri di opposizione, che, in una conferenza stampa convocata nella sede municipale, hanno parlato di “ripristino delle regole democratiche” e hanno bollato quella appena conclusa come “una delle peggiori amministrazioni comunali della storia di Acri”.
I prossimi saranno sicuramente giorni dedicati alle analisi. La caduta del sindaco non ha nulla di amministrativo, ma va ricercata in un ambito squisitamente politico. Nicola Tenuta è caduto non per il dissesto finanziario o per l’esternalizzazione del servizio di riscossione dei tributi, ma perché un consigliere di maggioranza si è dimesso contestualmente a quelli dell’opposizione. Infatti se Fabbricatore lo avesse fatto senza unire la sua alle firme delle minoranze, si sarebbe proceduto a una semplice surroga. Tenuta aveva stravinto, con un cartello di liste civiche, le elezioni comunali del 2013. Da allora ha perso per strada diversi compagni di viaggio, tra cui i consiglieri comunali Luigi Cavallotti e Natale Viteritti e gli assessori Salvatore Ferraro, Pasquale Benvenuto e Maria Francesca Coschignano, fino all’ultimo strappo consumato ieri da Fabbricatore. Una riflessione, scevra da passioni personalistiche, del perché di questi abbandoni potrebbe aiutare l’ex sindaco e la maggioranza che lo sosteneva a comprendere i motivi profondi che hanno portato alla conclusione anticipata della legislatura.
Il Comune è in dissesto finanziario e attende ancora la nomina dell’organo di liquidazione, composto da tre commissari. Un altro commissario e due vice, di nomina prefettizia, invece dovranno gestire la fase che accompagnerà l’ente municipale alla prossima tornata elettorale. C’è chi dice che si voti a giugno, ma qualche dubbio, che verrà comunque presto sciolto, sulla data permane.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 04-02-2017 Piero Cirino