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ACRI : UDC ,le ragioni di una crisi

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Il risultato di domenica scorsa consegna ad Acri molti motivi di riflessione.
Il primo è senz’altro la mancata rielezione in consiglio regionale di Michele Trematerra, assessore uscente nella uscente giunta regionale.
Non si può certo dire che il risultato fosse inatteso. Certo, c’era da verificarne la consistenza, ma l’esito era scontato.
Ad Acri Michele Trematerra ha messo insieme poco più di mille preferenze, circa la metà dei consensi ottenuti nel 2010.
L’Udc nel centro presilano dall’anno in cui si è votato sie per le Regionali che per le Comunali, quando cioè Gino Trematerra diventò sindaco e il figlio Michele assessore della giunta Scopelliti, ha inanellato una serie di preoccupanti delusioni elettorali.
Nel 2013, con Michele Trematerra capolista al Senato, alle Politiche ha accarezzato i 2000 voti, quindi ha perso il Comune, non arrivando con il proprio candidato neanche al ballottaggio; quest’anno, alle Europee Gino Trematerra ha ottenuto poco più di 1200 voti; ora le Regionali hanno chiuso il cerchio.
Al netto delle vicende politiche regionali e nazionali, con un partito da molti percepito allo sbando, ad Acri vi sono stati elementi squisitamente locali.
Il centro presilano negli ultimi vent’anni per il prestigio delle cariche, di partito e istituzionali, di Trematerra senior, consigliere e assessore regionali, Senatore e parlamentare europeo, più volte segretario regionale e uomo di punta a livello nazionale dello scudocrociato, è sempre stato indicato, a ragion veduta, come il quartier generale e punto di riferimento per la galassia degli ex democristiani.
Il preoccupante assottigliamento dei consensi in questi ultimi anni ha molte origini. Se si vuole considerare la matrice locale, giocano probabilmente due fattori determinanti.
Il primo riguarda le sorti dell’ospedale cittadino, Spoke sulla carta e poco più di un Pronto Soccorso nella realtà.
I Trematerra dicono che se non fosse stato per loro oggi sarebbe chiuso, gli acresi evidentemente non la pensano così.
C’è poi la decadenza da sindaco di Gino Trematerra. Nel 2010 in un comizio durante il ballottaggio disse, con riferimento a un ricorso pendente sulle elezioni Europee, che qualora fosse andato a buon fine e si fosse presentata una condizione di incompatibilità, avrebbe scelto di fare il sindaco e non l’europarlamentare. A distanza di circa due anni andrà a Strasburgo, abbandonando Palazzo Gencarelli.
Per molti, si è trattato di un tradimento, per i suoi sostenitori di una opportunità da sfruttare.
Ora bisogna ragionare con una realtà politica profondamente mutata, un partito la cui esistenza è fortemente in dubbio e un futuro tutto da costruire.

Piero Cirino
Da Il Quotidiano del Sud del 26-11-2014.


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