Appello alla città
Il tempo che stiamo vivendo è forse tra i più drammatici di sempre per le ragioni ormai note a tutti, ma sappiamo che non devono esistere alibi per nessuno: ad Acri si deve lottare e combattere per il bene della città, dei suoi abitanti e tutti devono fare la loro parte, bisogna agire senza tentennamenti, paure o pigrizie.
Non abbiamo deciso di limitarci a sopravvivere, ma al contrario, di operare con forza per intervenire su tutti i fronti anche quelli che sembrano essere divenuti cronici per problemi enormi ed oggi più che mai sul fronte Ospedale.
Il nostro fine è sollecitare una nuova rete civica, che si riconosce nei principi dell’apartiticità, inclusività, urgenza e che si prefigge l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini, le istituzioni, le amministrazioni per porre in primo piano il problema del nostro Presidio Ospedaliero (depauperato progressivamente di servizi come l’attività chirurgia, l’attività radiologica, l’attività del laboratorio analisi, la ginecologia, l’ostetricia ecc. ecc. ) che purtroppo negli ultimi anni è stato poco e mal affrontato.
L’onda pandemica ha portato ad azioni di governo impensabili, dimostrando ciò che è possibile fare quando c’è la volontà di agire: Governi ed Amministrazioni locali si sono assunti la responsabilità di guidare il Paese, mettendo al primo posto la salute pubblica, spiegando ai cittadini perché era necessario cambiare abitudini; hanno fatto scelte difficili, prima inimmaginabili, ottenendo risultati concreti e rallentando la diffusione dell’epidemia.
Quanto avvenuto è la prova tangibile che un cambiamento è possibile. E che lo stesso impegno, lo stesso straordinario sforzo può essere adottato fin da subito per far accendere i riflettori della politica nazionale e regionale su quello che noi oggi consideriamo un presidio di dignità e di decenza, nonché un diritto inviolabile sancito dalla Costituzione e cioè il diritto alla salute.
Al di là del problema Covid e degli Hotel Covid, oggi che si sta discutendo a livello regionale e nazionale della riorganizzazione di tutta la rete sanitaria calabrese, rivogliamo, pretendiamo e reclamiamo che la nostra struttura ospedaliera, tutti i servizi ambulatoriali del territorio, in sinergia con i medici di base, professionisti seri e competenti, ritornino ad essere presidi funzionanti efficaci ed efficienti come lo erano un tempo, garantendo quindi i LEA (livelli essenziali di assistenza) soprattutto nelle aree interne come la nostra.
Siamo stanchi di essere considerati cittadini di serie B, abbiamo il dovere di reagire a quelle politiche scellerate che nel corso degli anni, favorendo i privati, hanno perpetrato un progressivo impoverimento delle nostre attività sanitarie pubbliche, ed auspichiamo quindi il ritorno ad un modello dove la sanità pubblica ricopra una posizione di centralità e di rilevanza.
Siamo altresì convinti, al di là del fatto che su questo terreno non debbano esserci divisioni e disgregazioni, che le istituzioni hanno il dovere di vigilare ed esigere che il territorio sia dotato di strutture e servizi sufficienti ed adeguati alle cure ed alle prestazione di tutela della salute.
Ci auguriamo che le certezze fin ora affermate non siano solo proclami tesi ad un mero ritorno personalistico ed elettorale, ma siano reali e concrete perché se così non fosse sarebbe un fatto grave e sicuramente deprecabile.
Pertanto ci rivolgiamo e ci appelliamo a tutti coloro i quali intendono intraprendere insieme a noi questa battaglia, a tutte le associazioni, al mondo del volontariato, alle sigle sindacali, a tutte le categorie imprenditoriali, commerciali ed artigiane, ai giovani, agli studenti ed a tutte le varie professionalità acresi, anche quelle fuori sede, a tutte le forze sane di Acri e dell’intero comprensorio affinché unendoci in maniera sinergica, attraverso diverse iniziative(in primis incontro con il prossimo Commissario nominato), si possa ridare la dignità sanitaria alla nostra comunità ed a tutto il circondario.
Aspettiamo il contributo di tutti.
Noi non ci fermeremo.
Gruppo Consiliare Acri in Comune
Luigi Caiaro-Giuseppe Intrieri