Assessore De Vincenti, non è con la rabbia che si risolvono i problemi
Il signor Raffaele De Vincenti, in qualità di assessore comunale alla Sanità, si dice “profondamente turbato dall’opinione espressa dal signor Piero Cirino, che pure fa il corrispondente di un importante quotidiano regionale e pertanto dovrebbe essere più accorto nel maneggiare la penna, cosa che purtroppo per lui negli ultimi tempi gli accade sempre di meno”.
Mi verrebbe da dire “la gallina che canta ha fatto l’uovo”, ma è una questione troppo seria per essere liquidata con una battuta.
Così come è troppo seria per rispondere alla lunga invettiva con altrettante contumelie. La chiudo qui: signor De Vincenti faccia l’assessore, se ne è capace, e lasci fare a me il giornalista. Non tocca a lei giudicare la mia professionalità, che metto a disposizione tutti i giorni dei miei lettori, che mi leggono e giudicano.
Se elimino le offese dal suo scritto, trovo intanto molte inesattezze. Innanzitutto non capisco cosa c’entri la mia professione con una opinione espressa da privato cittadino. Poi vorrei capire chi ha mai parlato di volontariato. Tirarlo in gioco, me lo lasci dire, non è corretto, perché è una delle cose migliori della società civile acrese e non è giusto immischiarlo a sproposito in una polemica tanto rabbiosa quanto sterile.
Il signor De Vincenti scrive, a proposito di questa vicenda: “siamo venuti a conoscenza da un paio di giorni e del quale ci siamo come amministrazione comunale subito interessati. Appena letta la notizia ho chiamato personalmente, pensando ad una possibile variante bovina della malattia, se confermata, i dottori Paffile e Pancaro, veterinari della nostra Asp e responsabili del territorio di Acri, i quali di questo caso non erano, al pari di noi tutti, informati(…)”.
Insomma, c’è la possibilità, anche se fosse dello zero virgola per cento, di un caso di morbo di Creutzfeld-Jakob, variante mucca pazza (Bse), e l’ineffabile signor De Vincenti ammette candidamente che le autorità non ne sanno nulla. E noi cittadini dovremmo stare tranquilli?
Altro colpo basso: “di nulla si può accusare i macellai, perché, da quanto a noi risulta, si attengono alle più scrupolose norme igienico-sanitarie”. E chi ha mai detto il contrario? Chi ha mai puntato il dito contro i macellai, vittime di una situazione in cui nessuno li ha mai accusati di nulla?
Infine la chicca: “tanto è dovuto per rassicurare i cittadini e nel congedarmi esprimo la mia personale solidarietà e quella dell’intera amministrazione comunale, delle associazioni di volontariato nonché di tutte le forze politiche e sociali al signore e alla famiglia colpita da questa grave tragedia, ringraziandola per la sensibilità civile dimostrata nel rendere pubblica la loro vicenda”.
Non pensa che arrivi in ritardo?
Cosa le ha impedito di scrivere queste parole prima di “essere profondamente turbato” dalle mie riflessioni? E poi, mi perdoni, ma non le credo. La sua replica mi lascia tutt’altro che tranquillo, perché lei ha confermato tutte le mie perplessità e aumentato le mie inquietudini.
La lettura delle sue argomentazioni mi fanno ritornare alla mente un bel passaggio dei Saggi di Montaigne, che, dovendo spiegare un sillogismo, dice pressappoco così: il salame fa bere, il bere disseta, quindi il salame disseta.