Da oggi al Maca mostra sulle opere di Antonio Saladino
Da oggi al 29 novembre al Macaè visitabile la mostra personale del Maestro Antonio Saladino, uno dei più raffinati e colti interpreti della classicità magnogreca in chiave contemporanea.
La mostra rientra nell’ambito del Progetto Bancartis, grazie al quale, annualmente, il Maca, in collaborazione con l’istituto bancario BCC Mediocrati di Rende, promuove la mostra dedicata a un artista di origine calabrese, per ravvivare il forte legame territoriale instaurato, sin dalla sua fondazione, nel 2006, dal museo alle pendici della Sila Greca con il suo territorio e le voci creative che ne sono i frutti più rigogliosi.
“Le ampie sale del Piano Nobile del settecentesco Palazzo Sanseverino-Falcone, sede del museo si legge in una nota del Maca -, ospitano oltre cinquanta opere scultoree e alcuni bozzetti preparatori realizzati dall’artista, testimonianze vibranti della sua capacità di reinterpretare con eleganza il passato magnogreco della Calabria e farlo proprio attraverso una raffinatezza minimale, un sapiente uso del simbolismo e dei tocchi di cromatismo tipicamente mediterranei che spezzano il candore classico delle sculture, rendendole al tempo stesso atemporali e chiaramente contemporanee”.
“Saladino pratica la propria arte muovendosi […] attraverso una costante attenzione a una forma che prende spunto dall’archeologia e dai preziosi reperti che restituisce al presente dopo essere rimasti occultati per secoli, – scrive il critico d’arte Anselmo Villata, curatore della mostra, nel suo testo in catalogo – creando opere che possono essere lo specchio della storia di ognuno dei fruitori con cui entrano in rapporto dando spunti, indizi ed elementi che invitano a una ricerca interiore. Lo sguardo è indirizzato e focalizzato in modo specifico, così da creare percorsi narrativi che possono allo stesso tempo guardare al singolo e al collettivo, toccare l’identità di un territorio, di un popolo o di un individuo; lo scorrere del tempo universalmente riconosciuto condivide lo spazio dell’opera con il tempo personale del singolo, creando un contesto particolare e unico”.