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Esce nelle sale in tutta Italia Una Femmina del Cosentino Francesco Costabile

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E’ arrivato nelle sale cinematografiche lo scorso fine settimana Una Femmina di Francesco Costabile, lungometraggio d’esordio del regista cosentino che giunge dopo diversi interessanti corti, uno dei quali, Dentro Roma, ha vinto il Nastro d’Argento e ottenuto la candidatura ai David di Donatello. Era stato presentato ufficialmente nella sezione Panorama del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, dove è stato accolto molto positivamente.

Il film è liberamente ispirato al saggio Fimmine Ribelli, Come le donne salveranno il paese dalla ndrangheta di Lirio Abbate, Palermitano, giornalista investigativo, da quindici anni sotto scorta a causa delle minacce di morte da parte dei clan mafiosi. Abbate ha firmato anche il soggetto con Edoardo De Angelis, regista napoletano del pluripremiato Indivisibili e anche la sceneggiatura insieme a Serena Brugono, Adriano Chiarelli e lo stesso Costabile.

Prodotto da Attilio De Razza per Tramp Limited e Pierpaolo Verga per O’ Groove. La distribuzione è stata curata da Medusa che ha creduto in questo progetto, lo ha sostenuto e lo ha distribuito in 136 sale in tutta Italia. Si tratta di uno sforzo importante per un film con regista e protagonista esordienti, oltretutto in questo particolare momento di scarsa affluenza di pubblico al cinema. In occasione della prima proiezione nella città di Cosenza, è stato consegnato nelle mani di Francesco Costabile il Premio ANEC Calabria.

La protagonista, di cui dicevamo all’esordio, è l’attrice non professionista, anche perché così la voleva Costabile, Lina Siciliano anche lei calabrese, originaria di Cariati, la quale ha trascorso buona parte della sua vita in una casa famiglia, proprio il luogo dove il regista l’ha trovata insieme ai suoi 6 fratelli dei quali si è occupata come una madre.  Il suo vissuto personale le ha consentito di dare grande intensità al personaggio di Rosa, protagonista della storia, segnata dalla morte oscura della madre sulla quale è decisa a scoprire la verità. In un non meglio identificato paesino dell’Aspromonte (in realtà le riprese sono state effettuate a Verbicaro, piccolo comune della provincia cosentina nel Parco Nazionale del Pollino), la ragazza si trova a dover fronteggiare una realtà arcaica e maschilista e davanti al muro di omertà innalzato dalla sua stessa famiglia decide di non abbassare la testa e affrontarlo con coraggiosa determinazione, scopre, così, che la madre non si è suicidata, come tutti dicono, ma è stata eliminata dai familiari per lavare l’onta di essere diventata una testimone di giustizia.

Storie come questa sono accadute più volte nella realtà, come a Maria Concetta Cacciola, uccisa con l’acido muriatico, alla quale Costabile si è ispirato. Anche se il regista precisa che Rosa non ha una sola anima, ma in lei convivono molte donne accomunate dalla sofferenza di aver subito la violenza nelle sue diverse forme.

Sebbene nella pellicola non vi siano scene di violenza esplicita e tanto meno di sesso, il Ministero della Cultura ha deciso di applicare il divieto di visione ai minori di 14 anni contestandone il “tono e i contenuti”. La decisione ha letteralmente colto di sorpresa e sconcertato regista e produzione che hanno manifestato il loro dissenso dichiarando che “vietare la visione di Una Femmina ai minori di 14 anni significa impedire di raggiungere quella parte di spettatori che avrebbero più bisogno di un aiuto per comprendere in quali situazioni si trovano e ad altri fornire strumenti per ribellarsi. Ciò avviene proprio nel momento in cui nelle scuole si parla di mafia cercando di far nascere una nuova consapevolezza contro la ‘ndrangheta. Una decisione che ci coglie di sorpresa perché destinata a limitare la visione di un’opera che racconta le difficili e coraggiose scelte di donne che decidono di ribellarsi a organizzazioni criminali di stampo mafioso”.  Molto risalto mediatico è stato dato alla decisione del Ministero e questa levata di scudi ha portato ad una revoca del divieto, per cui ora può assistere alla visione anche il pubblico giovanissimo. Portare i vostri figli a vedere Una Femmina è francamente un esercizio che ci sentiamo di suggerirvi.

Werner Altomare


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