Feraudo, consiglio comunale senza la radio, decisione inspiegabile e ingiustificabile
Il Sindaco ha deciso di non più trasmettere il Consiglio comunale su Radio Acheruntia, così impedendo ai cittadini di continuare a seguire la diretta dei lavori consiliari.
Una decisione ingiustificata ed ingiustificabile, di una gravità inaudita, che fa il paio con quella già adottata nei confronti dell’emittente televisiva EATV.
Così, da domani il confronto tra maggioranza ed opposizione e tra consiglieri da una parte ed il Sindaco e la sua giunta dall’altra rimarrà circoscritto alle mura di Palazzo Sanseverino, precluso alla quasi intera cittadinanza, da sempre abituata a seguirlo attraverso i sistemi tradizionali, radiofonico e televisivo.
E’ evidente che il Sindaco, e con esso la sua giunta e la sua maggioranza, in oggettiva difficoltà, non vogliano portare all’esterno quelle esasperazioni e quelle contraddizioni che non riesce più a governare.
La conflittualità che sta caratterizzando la maggioranza uscita dalle urne poco più di un anno e mezzo fa, ormai a pezzi, sta alla base di questa scellerata decisione, sintomatica di una ormai irreversibile crisi politica ed amministrativa che il Palazzo sta attraversando da più tempo, a scapito dei cittadini, costretti a convivere con i tanti problemi che questa Amministrazione non ha avuto e non ha la capacità di affrontare e risolvere.
La città di Acri non merita questa compagine di governo locale, antidemocratica prima che incapace, impegnata a risolvere le faide interne, a giocare a rimpiazzare assessori cacciati dalla sera alla mattina, ad espellere consiglieri eletti tra le sue fila, ad accaparrarsi l’innaturale sostegno di chi, eletto in Consiglio con i voti di quanti erano convintamente schierati contro di essa, ha deciso di tradire il proprio elettorato.
Di fronte a questo scenario è meglio – a loro parere – che i cittadini sappiano il meno possibile.
Io ritengo, invece, che di fronte a questo degradato scenario è meglio che questi signori abbandonino la nave prima che affondi.
Maurizio Feraudo