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Francesco Totti premiato con il “Nastro d’argento” come protagonista dell’anno.

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Probabilmente neanche lo stesso Francesco Totti si sarebbe mai immaginato che dopo aver vinto da calciatore 1 scudetto, 2 supercoppe italiane, 2 coppe Italia, la “scarpa d’oro” come miglior cannoniere Europeo e i titoli di vice-campione d’Europa e di Campione del mondo, avrebbe aggiunto al suo personale palmarès anche il prestigioso Nastro d’Argento come protagonista dell’anno nel ruolo di attore. Forse l’unico che ci avrebbe scommesso è Alex Infascelli che lo ha diretto.

I Nastri D’Argento, giunti alla settantacinquesima edizione, sono i premi più longevi del cinema italiano, assegnati ininterrottamente dal 1946 dagli appartenenti al Sindacato dei Giornalisti Cinematografici Italiani.

In attesa della cerimonia principale sono stati attribuiti i premi per i film documentari, quest’anno dedicati a Cecilia Mangini, fotografa, regista, pioniera delle documentariste italiane, scomparsa lo scorso Gennaio a 94 anni.

Il film documentario “Mi chiamo Francesco Totti” ha vinto anche il Nastro nella categoria Cinema del Reale. La pellicola ripercorre la vita e la carriera del “Capitano” nella Roma (sua unica squadra) e nella Nazionale, fino alla festa tributatagli dai suoi tifosi all’Olimpico che ha commosso tutti, non solo i presenti allo stadio, ma anche moltissimi di coloro che hanno visto il film. Un racconto che è stato talmente schietto, sincero e anche coinvolgente, da portare alla produzione di una serie TV in 6 puntate che andrà in onda a partire da questo venerdì su Sky Atlantic dal titolo (preso da uno striscione esposto allo Stadio il giorno di quella festa d’addio) “Speravo de morì prima” con Pietro Castellitto nei panni di Totti e Greta Scarano in quelli di Ilary Blasi e poi Monica Guerritore e Giorgio Colangeli nel ruolo dei genitori del campione, Gianmarco Tognazzi  che è Luciano Spalleti, Gabriel Montesi è Antonio Cassano e Marco Rossetti è Daniele De Rossi.

Gli altri Nastri D’Argento per i documentari sono andati, nella categoria “Cinema, Spettacolo, Cultura”, a “The Rossellini’s” di Alessandro Rossellini, nipote del grande Roberto che ha realizzato un ritratto a tratti dolce, a tratti ironico, divertente, certamente affettuoso su una grande famiglia, andando a intervistare zii e parenti sparsi in giro per il mondo.

Nella categoria “Docufiction” il premio è stato assegnato a “Il caso Braibanti” di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese che ripercorre le vicende del processo-farsa all’ex partigiano, filosofo, scrittore e poeta emiliano Aldo Braibanti, svoltosi nel 1968.  I giornalisti hanno tenuto a dare in questa categoria, anche una menzione speciale a “La verità sulla dolce vita” di Giuseppe Pedersoli, figlio di Carlo “Bud Spencer” Pedersoli, ma anche (e soprattutto in questo caso) nipote di Giuseppe Amato, suo nonno materno, che è stato regista, sceneggiatore, produttore, punto di riferimento del cinema italiano degli anni 40 e 50.

Il Sindacato ha indetto anche la Prima Edizione del Premio Valentina Pedicini, in memoria della regista prematuramente scomparsa, attribuendolo a “Punta Sacra” di Francesca Mazzoleni che racconta il giorno i cui gli abitanti dell’idroscalo di Ostia hanno cercato di difendere le loro abitazioni abusive dalle forze dell’ordine che si sono presentate in massa per abbatterle.

Infine, sono stati assegnati due premi speciali: a “SanPà: luci e tenebre di San Patrignano” di Cosima Spender e a “Edizione straordinaria” di Walter Veltroni: un viaggio dal 1954 ad oggi, attraverso i grandi eventi raccontati dalle immagini televisive.

Werner Altomare


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