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Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità

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La “Giornata internazionale dei Diritti delle persone con disabilità” è stata istituita per la prima volta dalla risoluzione n. 47/3 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1992 e si svolge, ogni anno, il 3 dicembre.

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1976 ha proclamato l’anno 1981 “L’anno internazionale delle persone con disabilità”. All’epoca, venne esplicitamente richiesto un piano d’azione a livello internazionale, nazionale e regionale. Gli obiettivi principali dell’iniziativa erano la riabilitazione e la prevenzione delle disabilità e la parità delle opportunità. 

Il decennio 1983-1992 è stato proclamato dall’Assemblea Generale “Il Decennio delle Persone Disabili delle Nazioni Unite”. È stato fatto per fornire un arco di tempo definito in cui i governi e le organizzazioni avrebbero dovuto implementare gli impegni raccomandati nel “Programma d’azione mondiale”.

Sulla base di molti decenni di lavoro delle Nazioni Unite nel campo della disabilità, unito al lavoro delle organizzazioni a livello internazionale maggiormente rappresentative delle persone con disabilità, è stata concepita e approvata la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità adottata nel 2006 e ratificata dal parlamento italiano il 3 marzo 2009 con Legge n. 18. Convenzione, che ha ulteriormente migliorato i diritti e il benessere delle persone con disabilità.

Il 3 dicembre, mira a promuovere una maggiore comprensione delle tematiche legate alla disabilità e ad incoraggiare l’inclusione e la partecipazione attiva delle persone con disabilità nella società.

Ci ricorda, inoltre, l’importanza di creare una società inclusiva e accessibile a tutti, senza quegli ostacoli che limitano la piena ed effettiva partecipazione di ogni individuo nella società, indipendentemente dalle differenze individuali.

Questa giornata, è anche un’opportunità per celebrare i successi e i talenti delle persone con disabilità e per lavorare insieme verso un futuro più equo, solidale e accessibile a tutti.

Anche l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile si fonda sul principio che nessuno sia lasciato indietro, qui ricomprese le persone con disabilità. In particolare, l’Agenda 2030, mira, sia, a un rafforzamento dei servizi sanitari nazionali, regionali e territoriali, che a promuovere il benessere di tutte le persone a tutte le età. Fra le finalità, vi è anche il miglioramento di tutte quelle strutture che possano permettere un effettivo accesso ai servizi a tutte le persone. Afferma, tra l’altro, che la sensibilizzazione dell’opinione pubblica nel favorire l’inclusione sociale ed economica delle persone con disabilità permetterebbe un processo rapido verso uno sviluppo inclusivo e sostenibile in grado di promuovere una società resiliente per tutti attraverso l’eliminazione della disparità di genere, il potenziamento dei servizi educativi, sociali e sanitari per ogni cittadino.

La popolazione mondiale conta più di sette miliardi di persone, di cui, un miliardo e più di persone convive con una qualche condizione di disabilità. 

In termini percentuali, la popolazione delle persone con disabilità rappresenta il 15% della popolazione mondiale, la più grande minoranza del mondo, di cui, l’80% delle persone con disabilità vive nei paesi in via di sviluppo. Il che significa, che in questi paesi le persone con disabilità hanno una salute peggiore, meno opportunità economiche, risultati scolastici inferiori e tassi di povertà più elevati e, in generale, una minore aspettativa di vita.    

Per quanto riguarda l’Italia, le cifre che emergono dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che ha sede a Roma presso l’Università Cattolica, ci dicono chenel nostro paese, nell’anno 2020, le persone con disabilità sono quasi 13 milioni, pari al 22% della popolazione, più di un italiano su 5. Di esse, oltre 3 milioni sono con necessità di sostegno elevato o molto elevato. Tra le persone con necessità di sostegno elevato o molto elevato, quasi 1 milione e 500 mila ha una età superiore a 75 anni e spesso vivono da sole.

I servizi loro dedicati sono scarsi, come pure le risorse stanziate a loro favore. Le persone con disabilità in Italia sono assistite spesso da famiglie sempre più in difficoltà che devono sopperire alle mancanze delle istituzioni nazionali e locali. In più, a livello nazionale nel nostro Paese, quasi una persona disabile su tre, pari al 32,1%, è a rischio di povertà.

Assistiamo sempre più spesso nelle nostre città e paesi ad eventicalamitosi quali smottamenti e allagamenti. Come da lunghissimi anni a guerre di ogni tipo ed oggi sempre più vicini ad una guerra globale. 

Ogni guerra, di ieri e di oggi, è una lenta agonia che non corrisponde al battito disperato del cuore di chi da un giorno all’altro vede sconvolta la propria vita, e c’è chi paga un prezzo doppio.

Sono i più fragili: anziani, bambine e bambini, persone con disabilità in condizioni di plurimo disagio e con quotidiano rischio e pericolo di morte.

Immedesimiamoci: siamo in carrozzina, dobbiamo scappare dai bombardamenti, ma i rifugi hanno le scale, quindi siamo costretti a restare in casa, con un rischio di morte elevatissimo. Per allontanarci dalla città la marcia è rallentata, se raggiungiamo i centri di accoglienza li troviamo pieni di barriere, al pari dell’accesso all’acqua, ai servizi sanitari, ai soccorsi e ai trasporti. Magari abbiamo una disabilità visiva o uditiva, o entrambe. Come accedere alle informazioni sull’evacuazione e sulla sicurezza se queste non sono state pensate per essere fruite da tutti, compreso le persone con problemi sensoriali?

Esistono obblighi internazionali che garantiscono (dovrebbero garantire) la protezione delle persone con disabilità. Si rammenta, che oltre ai principi umanitari generali c’è l’articolo 11 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità dedicato appunto alle emergenze, che afferma, in merito alle situazioni di rischio ed emergenze umanitarie: “Gli Stati Parti adottano, in conformità agli obblighi derivanti dal diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario e le norme internazionali sui diritti umani, tutte le misure necessarie per garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di rischio, incluse le situazioni di conflitto armato, le emergenze umanitarie e le catastrofi naturali.”

In merito, da ricordare anche la D.G.R. del 5 maggio 2015 n. 135 “Approvazione schema di modello d’intervento per il soccorso delle persone non autosufficienti in situazioni di emergenza e relative linee guida regionali nell’ambito della pianificazione nazionale/regionale per il rischio sismico nella regione Calabria. Pianificazione di protezione civile.”

Riferimenti normativi che chi amministra e governa a qualsiasi livello ha l’obbligo di applicare programmando e pianificandoappropriate misure, azioni ed interventi al fine di prevenire eventuali tragedie e morti, tra cui, a pagarne il prezzo più alto sono le persone fragile ed indefesse, tra queste, sicuramente le persone con disabilità.

Associazione Raggio di Sole


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