Incendi, petizione diretta al sindaco di Acri
Gianfranco Gallipoli sulla questione incendi ha indirizzato una petizione al sindaco di Acri, Pino Capalbo. Si può firmare qui: http://chng.it/JvrJ5DPkVb
L’incendio dei primi giorni di agosto ha distrutto un’area estesa dei nostri boschi e ha messo in serio pericolo la nostra comunità. Lei stesso è stato costretto ad emanare circa 80 ordinanze di evacuazione dalle abitazioni. In questi giorni i roghi si moltiplicano in tutta la regione Calabria ed in tutta Italia facendo pensare che ci siano persone senza scrupoli che si arricchiscono a scapito del nostro polmone verde, dei nostri boschi, che ci proteggono anche dal dissesto idrogeologico.
Ci vorranno molti anni affinché l’ambiente naturale ritorni al suo stato originario e ancor più anni affinché l’ecosistema raggiunga la sua maturità ecologica.
Pertanto le chiediamo di avere un incontro urgente con il Presidente del Consiglio Mario Draghi per sensibilizzarlo sui seguenti punti riportati dal Professor Paolo Maddalena, Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione” e farsi promotore a livello nazionale di una campagna che porti definitivamente alla risoluzione del problema incendi.
In una nota apparsa ieri su Globalist.it viene posto in risalto che gli incendi, finora verificatisi in Italia hanno distrutto circa 80 mila ettari di boschi, di biodiversità, di ossigeno, con un costo che, secondo la Coldiretti, si aggira intorno ai 3 miliardi di euro. La responsabilità di questo immane disastro risale al governo Renzi del 2017 e alla sua ministra Madia, che hanno soppresso il Corpo forestale dello Stato, trasferendo soltanto ai vigili del fuoco l’onere dello spegnimento degli incendi, peraltro senza nulla prevedere per la loro prevenzione. Nel contempo la gestione della flotta di canadair appartenente allo Stato italiano è stata data, con bandi di appalto di dubbio svolgimento, a società private, tra le quali primeggia la Babcock Italia (ex Inaer, corporation quotata al London Stock Exchange), per costi stellari che già nel 2017 prevedevano 15 mila euro all’ora per l’utilizzo dei canadair, mentre il costo di mercato si aggirava sui 4/5 mila euro all’ora, quindi tre volte tanto. A ciò è da aggiungere che è assolutamente illecito affidare una tanto delicata funzione pubblica a dei privati, che potrebbero anche essere in conflitto d’interesse con gli autori degli incendi. Ed è da aggiungere, per somma disgrazia, che i disastri ambientali, ad opera della riforma della giustizia Cartabia, sono divenuti praticamente non più perseguibili, in quanto non rientrano tra i reati il cui regime è sottratto a quello della improcedibilità dell’azione dopo il decorso di un breve lasso di tempo. Il motivo della messa a gara di questo delicatissimo servizio sarebbe il fatto che i vigili del fuoco non dispongono di piloti. A parte la considerazione che un governo come quello Renzi/Madia non avrebbe mai potuto promuovere una legge, lasciando aperto un problema di così vaste proporzioni, sta di fatto che l’Italia dispone di un gran numero di piloti, oltre quelli di Alitalia, che da mesi sono a terra senza lavoro. E poi i piloti abbondano nell’aeronautica militare e nulla impedisce di utilizzarli in casi di emergenza, come quello degli incendi, anziché tenerli impegnati nel pilotaggio degli F-35, inutilmente acquistati dagli Stati Uniti per un costo di 105 milioni ad aereo per un totale di 90 aerei con una spesa complessiva di 14 miliardi di euro (mentre un canadair costerebbe solamente 37 milioni di euro, circa un quarto e ne abbiamo in tutto 19). È un puro scandalo e assolutamente incredibile è il silenzio dell’attuale governo Draghi e dei mezzi di comunicazione in ordine a questo disfacimento dell’organizzazione amministrativa e della quasi totale distruzione del territorio e del paesaggio italiani. Ed è per questo che, ancora una volta, invito a dare attuazione agli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.