Indagine della Procura di Paola, il pm chiede l’archiviazione per il sindaco di Acri. Capalbo:”Finito un incubo”
La richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero Giuseppe Cozzolino scrive la parola fine a quello che per il sindaco Pino Capalbo è stato un incubo durato quattro anni. La vicenda giudiziaria in questione fu aperta dalla Procura della Repubblica di Paola nel 2020 ed è finita, per competenza, in quella bruzia.
In sostanza, il primo cittadino di Acri era accusato di aver garantito appoggio elettorale a Giuseppe Aieta in cambio dell’ingresso e poi della conferma nella struttura dell’allora consigliere regionale.
Ieri Pino Capalbo, con al fianco l’avvocato Mattia Caruso, nella sede municipale, ha convocato i giornalisti per esprimere il suo stato d’animo e per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
L’avvocato Caruso ha ripercorso l’iter che ha portato prima a un avviso di garanzia, quindi alla richiesta di arresti domiciliari, respinta dal Gip, e infine a quella di archiviazione. “L’attività di consulente di Pino Capalbo – ha detto il penalista cosentino – è stata ampiamente documentata attraverso materiale che abbiamo messo a disposizione dei magistrati”.
Il sindaco di Acri ha voluto innanzitutto rivolgere un pensiero ai suoi più stretti familiari, “che hanno sofferto in silenzio con me”, e a Giuseppe Aieta, “per cui parla una storia fatta di opposizione intransigente e coraggiosa alla ‘ndrangheta”.
Non sono mancati strali alla stampa, che non ha trattato la vicenda allo stesso modo, e ha provocatoriamente chiesto: “l’atteggiamento sarebbe stato diverso se io avessi pubblicamente manifestato la mia sofferenza umana?”.
In riferimento alla campagna elettorale del 2022, “vi sono state anime nere la cui azione era finalizzata alla demolizione, non politica, ma personale, dell’avversario”.
Ancora, “ho subito una campagna di delegittimazione senza precedenti, ma i cittadini hanno capito e ci hanno premiato”.
Per quanto riguarda l’aspetto più squisitamente umano, “ho sempre dimostrato di essere forte, ma devo ammettere che questa vicenda mi ha segnato profondamente. E’ stata dura veder messa in discussione una filosofia di vita che ha voluto portare anche all’interno del Comune: il rispetto delle regole. Sempre e comunque”.