La comunità di San Giacomo oggetto di attenzioni
Una vecchia favola recita che una volpe poichè non riesce a raggiungere l’uva si consola dicendo che è amara. La polemica montata in questi giorni sulla realizzazione di un nuovo plesso scolastico ad Acri somiglia tanto a quella favola. I pochi intimi che si autodefiniscono “Innovatori della politica” ambirebbero a candidarsi oppure sono stati candidati e non eletti e, non avendo raggiunto lo scopo, si consolano seminando zizzania. Non avendo argomenti, denigrano le persone ma chi, come me, ha le spalle larghe e la coscienza a posto, non si turba certo per accuse che nascono dalnulla e nel nulla sono destinate a tornare. La questione del fondi per l’edilizia scolastica è semplicissima e solo chi è in malafede può vederci qualcosa di oscuro. Ristabilisco la verità. Il Comune ha ricevuto un finanziamento di 780 mila euro per la realizzazione di una ristrutturazione basata su adeguamento sismico. La destinazione iniziale individuata in contrada Foresta si è rivelata incongrua, trattandosi di edificio frequentato da soli trenta alunni. L’alternativa, suggerita da alcuni, di gravare le casse comunali per espropri di terreni privati è sembrata subito del tutto illogica. Per non perdere il finanziamento, l’amministrazione ha optato per la realizzazione di un nuovo plesso in Acri centro, raggiungendo così l’obiettivo di un polo didattico ampio, nuovo e funzionale. Nel contempo, si è provveduto a inserire contrada Foresta nell’ambito di un progetto che vedrà l’abbattimento dell’edificio fatiscente, la costruzione in loco di un polo ricreativo ed una serie di interventi per il campetto sportivo, la rete idrica e quella viaria. Proprio l’altro giorno, alla presenza anche del sindaco, ho incontrato i cittadini di Foresta. È stato un incontro molto partecipato, proficuo e costruttivo, dove i cittadini hanno compreso le ragioni della delocalizzazione fornite dal sindaco e dall’assessore. È stata una bellissima serata di partecipazione e di democrazia, andiamo avanti con la politica dell’ascolto e del fare. Soltanto chi vuole cavalcare tigri di carta può negare che tutto questo sia un beneficio per le aree periferiche e per l’intera comunità acrese. Chi ama giocare a lanciare la pietra e nascondere la mano, forse non sopporta che, esercitando le mie funzioni di consigliere, sono costantemente a contatto con i cittadini di San Giacomo e delle altre frazioni, pronto a raccoglierne le giuste lamentele e i buoni suggerimenti. C’è chi fa il proprio dovere e chi, non avendo altro da fare e forse non sapendo fare altro, occupa il proprio tempo a screditare ed a diffondere falsità.
Raffaele Morrone