La fondazione Padula non sia oggetto di cambiali politiche
La querelle sugli assetti interni alla Fondazione Padula, rimbalzata prepotentemente sulle testate giornalistiche locali ingenerando nei cittadini un legittimo sentimento di rabbia e di sdegno nei confronti dei suoi protagonisti, non ha assolutamente colto di sorpresa quanti seguono più da vicino la politica locale.
Il nostro sommo Poeta è rimasto invischiato, ahimè, in una contesa politica dai contorni torbidi che ha contribuito a svelare, in maniera plateale questa volta, lo stereotipato modo dell’agire politico del nostro primo cittadino.
Una vicenda scabrosa che sta destando curiosità e interesse anche in quei disaffezionati cittadini da sempre riottosi verso certe dinamiche politico-amministrative proprie di Palazzo Gencarelli.
Da quanto narrato in maniera abbastanza circostanziata dalla principale protagonista della vicenda, la dott.ssa Angela Forte alla quale va la mia personale solidarietà per le modalità e le circostanze con cui è stata “silurata” dal Sindaco, che, per come da lei stessa raccontato, sarebbe dovuta entrare da Papa e invece, rimanendone vittima sacrificale, ne è uscita nemmeno da Cardinale (potremmo dire da defenestrato questuante politico), emergono inquietanti profili di responsabilità che, sconfinando da quelle prettamente politiche, potrebbero assumere rilevanza finanche penale.
Un imbarazzante sputtanamento politico per il Governo locale come pochi se ne ricordano: un coacervo di promesse (spesso non mantenute), di smentite, di attacchi, di ritrattazioni, che portano ad ipotizzare, ancora una volta, un sospetto mercimonio politico degli incarichi e delle nomine di competenza sindacale.
La Fondazione Padula, però, che con i suoi eventi di elevato spessore culturale ha dato lustro alla Comunità e al territorio, non sarebbe dovuta, proprio per quello che rappresenta, entrare in certe logiche spartitorie.
È innegabile che l’attuale Presidente ha svolto un lavoro eccellente rendendo il “Premio Padula”, con il coinvolgimento di nomi di spicco e di personalità importanti sul piano nazionale, una delle manifestazioni culturali di maggiore pregio e prestigio, e bisogna dargliene atto ed essergliene grati, ma è altrettanto vero, a mio parere, che, dopo oltre vent’anni, l’avvicendamento alla guida della Fondazione sia oggi, soprattutto alla luce della polemica innescatasi, non più procrastinabile.
La scelta del nuovo Presidente – è questo il mio auspicio – deve rimanere fuori da certe logiche, non può e non deve essere la contropartita di cambiali politico-elettorali, non può e non deve essere determinata nelle segrete stanze dal sindaco dicefalo. Se siamo convinti paladini della nostra storia, delle nostre più nobili tradizioni, del nostro patrimonio culturale, e vogliamo dare sempre più lustro al nostro sommo Poeta, il successore da proporre agli altri Soci Fondatori non può che essere individuato tra personalità – e ce ne sono! – che sappiano coniugare competenza e capacità manageriali, coinvolgendo, per la scelta, non solo l’intero Consiglio comunale, ma, ritengo, l’intera cittadinanza.
Avv. Nicola Feraudo
Consigliere comunale