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L’abbraccio di Acri ad Antonio Perrellis

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La città di Acri ha avvolto in un caldo abbraccio collettivo Antonio Perrellis, l’appuntato scelto dei Carabinieri, che è partito a piedi da Torino, dove vive e lavora, lo scorso 01 settembre ed è arrivato nel centro presilano nella tarda mattinata di giovedì.

La città lo ha accolto come un eroe, con un ricco programma di festeggiamenti e un’accoglienza degna della migliore tradizione.

Migliaia di persone si sono riversate nel centro cittadino per abbracciare Antonio, che ha voluto agganciare questa sua impresa podistica alla solidarietà, indirizzando le libere donazioni a tre associazioni benefiche che egli stesso ha individuato e visitato.

In serata il culmine dei festeggiamenti nell’antico borgo di Padia, da cui il protagonista di questa impresa è partito alcuni anni fa alla volta del Piemonte.

Nel cuore del centro storico si è riversata una fiumana di gente. Qui Antonio Perrellis ha raccontato la sua avventura, com’è nata, come l’ha affrontata e il calore umano degli acresi, che l’hanno seguito e sostenuto quotidianamente.

A Padia, davanti al portone della chiesa di Santa Maria Maggiore, Perrellis ha tagliato il simbolico traguardo, prima di abbracciare i genitori e la sorella.

La manifestazione, organizzata dalle associazioni Tamm e Padiasona, con il patrocinio dell’amministrazione comunale, è poi andata avanti con esibizioni di danza e musica, ed è stata conclusa dal concerto dei Cantannu Cuntu.

Antonio ha festeggiato il suo quarantesimo compleanno in viaggio, in Molise, ma la vera festa gliel’hanno organizzata a Padia giovedì sera, con una torta gigantesca, palloncini e fuochi d’artificio. Durante la serata, l’assessore Emanuele Le Pera, per conto dell’amministrazione comunale, gli ha consegnato una targa, così com’era avvenuto in mattinata a San Demetrio Corone. Un riconoscimento gliel’ha consegnato pure Giuseppe Luzzi, direttore del Parco Nazionale della Sila.

Com’era avvenuto con Fabio Curto, la comunità acrese nell’occasione sembra essersi ridestata da una sorta di narcolessia, provando e suscitando emozioni che vanno ben oltre i confini comunali. E’ un fenomeno sociologico che andrebbe approfondito, perché Antonio è riuscito laddove le tante ricette e le tante iniziative messe in campo a più livelli hanno fallito.

E’ come se questa comunità avesse la necessità di un modello che incarni i suoi aspetti migliori e li mosti la mondo. Con Fabio e Antonio ha funzionato e Acri ha dato prova di generosità e di unità intorno a un obiettivo.

Piero Cirino


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