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L’esempio di Michele Albanese a CineBookfood

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Si è tenuto ieri pomeriggio, nella nuova sede dell’associazione Tamm, il secondo appuntamento della nuova stagione di CibeBookFood, che fa parte del più ampio contesto di Cineincontriamoci, diretto da Mattia Scaramuzzo. L’evento è stato organizzato in collaborazione con il Punto Callipo di Acri e con il patrocinio del Comune.

Nell’occasione è stato presentato il libro “La ribellione di Michele Albanese”, di Gabriella D’Atri.

Dopo i saluti di Alessandra Pettinato, presidente dell’associazione Tamm, e di Mattia Scaramuzzo, sono intervenuti Mario Bonacci, assessore comunale alla Cultura, e Giuseppe Cannizzaro, Questore di Cosenza,

Ha dialogato con Gabriella D’Atri e Michele Albanese il direttore di Acrinews.it, Piero Cirino.

Mario Bonacci si è soffermato sull’importanza dell’esempio di Michele Albanese, “che ci rende orgogliosi di essere calabresi”.

Giuseppe Cannizzaro conosce bene il giornalista che da nove anni vive sotto scorta per le minacce ricevute dalla ‘ndrangheta, che ha tentato di ucciderlo con dell’esplosivo da piazzare sotto la sua auto. Fortuna ha voluto che all’interno dell’abitacolo in cui fu concepito il progetto di morte ci fossero delle microspie installate dagli inquirenti.

Il Questore di Cosenza ha ricordato quanto fosse fastidioso per le cosche locali quel giornalista che non si tirava indietro davanti a nulla. Ha rievocato anche i momenti in cui gli inquirenti comunicarono ad Albanese la decisione di metterlo sotto scorta, sconvolgendo la sua esistenza e quella dei suoi familiari.

La D’Atri quando decise di iniziare il suo progetto “Sotto scorta” conosceva già il suo collega, avendo avuto modo di collaborare professionalmente con lui.

Il libro, tuttavia, “mi ha permesso di conoscerlo sotto una luce diversa”. Circa le doti umane di Michele Albanese, “quello che colpisce è la sua straordinaria determinazione nel perseguire un ideale di giustizia a tutti i costi”.

Il protagonista del libro, dopo aver sottolineato le doti di Giuseppe Cammizzaro (“anche a Cosenza farà un ottimo lavoro”) ha illustrato i tratti peculiari di “una ‘ndrangheta che ha cambiato pelle, che si è fatta sistema e gestisce un potere economico enorme”.

Per fare un esempio, “la cifra della recente manovra economica del Governo Meloni le cosche la mettono insieme solo con il porto di Gioia Tauro”.

Sul futuro, “occorre resistere e combattere per vedere la luce”. Sulla pericolosità del mestiere di giornalista in certe zone della Calabria, “chi non se la sente, faccia altro”.

Alla fine applausi convinti ai protagonisti della serata e complimenti all’associazione Tamm, che dopo tanti anni ha una sua casa che sa di stabilità.


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