Meno populismo, più impegno per la sanità pubblica
Accade ad Acri che consiglieri comunali-nello specifico consiglieri di minoranza- non abbiano compreso appieno l’importanza, oggi, di parteggiare per garantire la salute come diritto di ogni individuo e interesse della collettività, soprattutto, alla luce di questa emergenza sanitaria.
E’ necessario precisare e soffermarsi sul fatto che tra i consiglieri di minoranza di oggi che “gridano” allo scandalo su un presunto depauperamento del nostro nosocomio siede chi, nelle diverse vesti e quindi nelle corrispondenti possibilità di fare e/o dire, era presente durante il periodo del suo ridimensionamento e della sua collocazione come ospedale disagiato di montagna.
E’ noto che la nostra regione con un’ordinanza abbia in questo periodo sospeso le attività chirurgiche a causa della pandemia da Covid -19, per cui è del tutto fuorviante nonché politicamente scorretto dire che è intenzione del Sindaco chiudere il reparto di chirurgia, fermo restando che ad oggi quello che era consentito fare al personale, nello stesso, erano interventi programmati in Day-Surgery e Week- Surgery, che nella maggior parte dei casiprevedeva le dimissioni in giornata o un’osservazione nelle 24h. A seguito della riunione organizzativa con i vertici dell’Asp di Cosenza, di qualche giorno fa, si stabiliva che verranno salvaguardati posti per chirurgia, prevedendo la loro allocazione presso il reparto di medicina.
Sin dal primo momento della comparsa dell’emergenza pandemica, più precisamente nel mese di marzo, questa amministrazione unitamente ad altre dei comprensori vicini, ha portato avanti la battaglia che potesse vedere inserita Acri nella rete ospedaliera per fronteggiare l’emergenza. Non ci siamo fermati! Abbiamo coinvolto tanti altri Sindaci, l’Anci, con i quali si è discusso di due proposte: la prima, al fine di decongestionare altri presidi ospedalieri poter ricevere pazienti non Covid, l’altra dare la possibilità di ricoverare pazienti Covid stabilizzati, bisognosi di cure mediche.
A tutti gli effetti, questo è da considerarsi un primo passo per progettare un rilancio del nostro ospedale, una carta da giocare per ridiscutere il ruolo territoriale del nostro presidio, magari realizzando quei posti di terapia sub-intensiva per interventi di media-difficoltà.
Oggi con questa battaglia si è impedito che, di fatto, personale medico e para –medico venisse trasferito in altri ospedali, il che avrebbe decretato, una volta per tutte, la fine del nostro ospedale.
I servizi sanitari non sono una prebenda di questo o quell’altro colore politico, ma rappresentano un indispensabile e necessario servizio reso alla collettività che, oggi più che mai, ha bisogno di ritrovare quei necessari punti di riferimenti che la POLITICA TUTTA dovrebbe NECESSARIAMENTE E RESPONSABILMENTE fornire.
Gruppo consiliare del Partito Democratico