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Nelle sale dal 6 marzo Il Nibbio, il film che racconta i giorni precedenti l’uccisione di Nicola Calipari, agente dei Servizi Segreti.

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Tratto da una storia vera, Il Nibbio diretto da Alessandro Tonda, è un film che racconta i ventotto giorni precedenti i tragici eventi del 4 marzo del 2005, quando Nicola Calipari, che ha il volto di Claudio Santamaria, alto dirigente del SISMI, sacrificò la propria vita per salvare quella della giornalista de Il manifesto Giuliana Sgrena, interpretata da Sonia Bergamasco, rapita in Iraq da una cellula terroristica.

La mattina del 4 febbraio di vent’anni fa Giuliana Sgrena fu rapita a Baghdad, in Iraq da un gruppo jihadista. La giornalista era lì per realizzare una serie di reportage per il quotidiano, a meno di due anni dall’inizio dell’invasione statunitense dell’Iraq.

Il 10 febbraio i rapitori diffusero un comunicato dando un ultimatum al governo italiano: 48 ore di tempo per annunciare il ritiro delle forze armate italiane dall’Iraq. Per sollecitare il governo e chiedere la liberazione di Sgrena si tenne a Roma una imponente manifestazione a cui parteciparono oltre mezzo milione di persone. Qualche giorno dopo la televisione saudita Al Arabiya trasmise un video che mostrava Giuliana Sgrena chiedere l’intervento del governo italiano per la sua liberazione. Il 23 febbraio l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi fece un appello per la liberazione della Sgrena, che fu annunciata da Al Jazeera qualche giorno dopo.

L’uomo incaricato di portare in salvo la giornalista fu proprio Nicola Calipari. Calipari era nato a Reggio Calabria il 23 giugno del 1953: a ventisei anni si era arruolato in polizia, dove aveva lavorato come funzionario per poi entrare nel SISMI nel 2002. Nei Servizi si occupò direttamente di diverse trattative di ostaggi italiani in Iraq, tra cui quella, per lui fatale, della Sgrena. Fu lui, infatti a, ad andare a Baghdad per recuperare la giornalista e riportarla in Italia.

Dopo lo scambio, Sgrena e Calipari salirono su una macchina che li avrebbe dovuti portare all’aeroporto di Baghdad, controllato dalle truppe statunitensi. Per arrivarci dovevano percorrere la Route Irish, considerata tra le più pericolose di Baghdad. A circa 700 metri dall’arrivo, lungo una strada dove si trovava un posto di blocco statunitense, una raffica di mitragliatrice colpì l’auto. Nicola Calipari, secondo il racconto di Sgrena, si buttò su di lei per proteggerla. Fu colpito alla testa e morì sul colpo. A sparare fu un militare statunitense.

Il film intreccia azione e umanità, ricordando un uomo che ha messo tutto in gioco per il valore della vita. Viene valorizzato il suo ruolo cruciale di alto dirigente dei Servizi Segreti Militari nelle operazioni in Iraq dei primi anni Duemila, spiegando come questi operavano per salvaguardare la vita umana e per mantenere la pace. Nel contempo si scopre anche la dimensione privata di Calipari, uomo, marito e padre. Una storia di coraggio, sacrificio e verità mai svelate. Il mistero del suo omicidio, ad oggi, infatti, resta ancora senza risposte.

Tutto questo sarà raccontato nel film Il Nibbio, che uscirà nelle sale italiane il prossimo 6 marzo la cui produzione è stata possibile anche grazie al contributo della famiglia Calipari. Il progetto ha ricevuto il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il supporto di istituzioni come il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, l’Agenzia per le Informazioni e la Sicurezza esterna, la Polizia di Stato, la Prefettura e la Questura di Roma.

Werner Altomare

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