Non siamo folli
Lunedì 12 Agosto il comitato No all’ecodistretto ad Acri ha incontrato pubblicamente il professor Carlo Tansi, ex capo della protezione civile, geologo e ricercatore CNR, che ha evidenziato che la costruzione dell’ecodistretto ad Acri avrebbe tante criticità, che sicuramente andranno verificate con dati certi.
È intanto emerso che:
- Bisogna verificare se il sito indicato per l’ecodistretto ricade all’interno di aree in frana, come risulterebbe da dati ufficiali del progetto IFFI e da dati ufficiali indicati da chi ha curato lo studio di fattibilità dei vari ecodistretti (qui è l’impresa Martino Associati, che dà al sito di Acri un punteggio bassissimo)
- La situazione attuale del tratto interessato della SS660 non permetterebbe il transito dei numerosi camion per il trasporto dei rifiuti in entrata e in uscita e, inoltre, impedirebbe, agli acresi, la già critica viabilità da e verso Cosenza
- Anche un ecodistretto al meglio della funzionalità comporterebbe un grave inquinamento olfattivo ed acustico, con probabile inquinamento delle falde acquifere. Chi garantirebbe l’assenza di un inquinamento anche della legalità (rifiuti tossici)?
- L’ecodistretto non porterà progresso né tantomeno i posti di lavoro promessi, che nel tempo si ridurranno a meno della metà. È solo una soluzione per la regione, alla disperata ricerca di un sito, considerata la perenne emergenza rifiuti
- La struttura si presenterà con un impatto visivo non gradevole per chi entra nella città e sarà ubicato molto vicino alle abitazioni esistenti.
Siamo quindi disfattisti? Siamo retrogradi o grimaldello utile a far perdere altre opportunità, come qualcuno scrive? Siamo terroristi ambientali, come dice invece qualcun altro?
Non ci pare, visto che pareri autorevoli, come quello del professor Tansi, che ha ribadito anche in piazza le sue affermazioni (si può visionare il video su internet) e sicuramente di molti altri, si avvicinano a quelle che sono le ragioni del no, fin qui da noi espresse.
Siamo consapevoli e convinti del nostro NO e perciò continueremo a batterci fermamente:
- Perché i cittadini possano prendere coscienza che c’è chi vuole ipotecare il futuro dell’intera comunità legandolo ai RIFIUTI.
- Perché ognuno sia consapevole che questa è una scelta dalla quale non è più possibile tornare indietro, anche se i problemi da noi oggi denunciati dovessero emergere nel tempo in tutta la loro gravità. È un treno senza ritorno!
Poiché altri prima di noi hanno preferito “saltare il turno” ci chiediamo:
- Tutti i comuni della graduatoria che hanno espresso, come dice la Maggioranza, nel suo comunicato, un “rifiuto motivato dalla politica” erano allora nemici della regione? O hanno, invece, pensato che questa struttura non portasse benefici alla loro città?
Noi, come liberi cittadini, non arretriamo anche perché, dopo la nascita del nostro comitato, Evviva! Il vulcano si è svegliato!!!
Abbiamo avuto, dalla stampa, notizia della nascita di ben due comitati pro-referendum, che singolare abbondanza!!!
- Sarebbe forse opportuno che, piuttosto che spendersi per il referendum, i titolati firmatari, mettessero a disposizione le energie (e firme) per contribuire ad una informazione obiettiva per i cittadini!
- Sarebbe probabilmente utile che, per informare i cittadini e permettere a tutti di votare per un referendum con consapevolezza, si comunicasse loro quali sono le reali emissioni nocive, di tutti i tipi, che da questo distretto scaturiranno, dando dati certi, e non propinando favole.
È una battaglia di tutti, non possiamo essere di parte. Il comitato c’è.