OPINIONE: Gli ottocento bambini di Tuam che avrebbero salvato il mondo
di Emilio Grimaldi
Gli ottocento bambini che avrebbero salvato il mondo sono vissuti a Tuam nella contea di Galway a Dublino al massimo per tre primavere tra il 1925 e il 1961. Sono loro. Avrebbero salvato il mondo dalle guerre e inaugurato un nuovo ordine mondiale.
Malnutriti, abbandonati e lasciati morire. Frutti del peccato di una società cieca e bigotta avrebbero evitato che Hitler bombardasse la Polonia e la Francia. Si sarebbero sacrificati volentieri per salvare i fratelli, i connazionali, i cittadini di tutto il mondo. Frutti del peccato e di un coraggio che noi normali solo ci sogniamo. Come fanno a venire alla luce persone così? Senza padre e con una mamma non sposata? Non avevano niente da perdere. Avrebbero insegnato come si nasce e si vive degnamente senza una famiglia e senza una religione che ti accoglie. Sarebbero stati i nuovi cristi. Anzi, sono stati i nuovi cristi. Hanno vissuto quanto la Rivelazione di Cristo dal miracolo delle Nozze di Cana fino alla Resurrezione. Tre anni. Tre lunghissimi anni. Mille giorni, quanto basta per rivoluzionare una generazione, un’epoca, la storia.
Avrebbero evitato che Usa e Urss si combattessero per il potere mondiale. Che il Medio Oriente diventasse il baricentro delle guerre del petrolio e di religione. Che l’Africa da culla della civiltà si trasformasse in un mortaio telecomandato. Avrebbero insegnato a tutti che il vero potere è l’amore, non la guerra. Che dalle armi nasce la morte. Come è dal letame che nascono i fiori. E loro ne erano la prova. Con un padre peccaminoso e una madre ostracizzata perché portatrice del mistero più grande della vita: ogni bambino che nasce ci ricorda che Dio non è ancora stanco degli uomini. E se il bambino è frutto del peccato l’amore di Dio è doppio.
Tutti si sono prodigati per celare questo segreto e questa verità rivoluzionaria.
Troppo scandalosa per l’uomo bi millenario di oggi. Ospitati da suore offese dalla vergogna quanto insofferenti alla misericordia dell’uomo e di Dio, sono stati lasciati a morire di stenti. Ottocento. Ottocento nuovi cristi. Senza una croce e senza memoria.