Ospedale di Acri, è l’epilogo?
Dopo l’emanazione dell’ormai noto D.D.C. n.78, contenente le linee guida per il riordino della sanità calabrese, rispetto al precedente decreto commissariale del 2017, è ormai assodato che il nosocomio acrese non avrà più i 3 posti OBI di PS, perderà ulteriori posti di medicina, la chirurgia viene pesantemente penalizzata, non c’è nessuna traccia dell’ambulatorio di oncologia. Oltre a questi tagli sui servizi sanitari, esiste una direttiva, se possibile ancora peggiore: il PO di Acri non fara più parte della rete ospedaliera per acuti ma verrà integralmente e fisicamente integrato nella rete territoriale, cioè dei poliambulatori. Questo si traduce nella definitiva “morte” in quanto ospedale con notevole disagio per i cittadini che vedono ulteriormente tagliati i propri diritti.
La politica locale finalmente dopo “solo” si è svegliata, con la manifestazione pubblica, la protesta alla cittadella regionale e il consiglio comunale aperto. Eppure tanto è stato il tempo perso, in cui abbiamo cercato a più riprese di farci ascoltare, anni in cui non vi è stato un assessore comunale alla sanità ed in cui la politica è stata cieca e sorda.
Noi abbiamo una proposta fattibile e spendibile, ma bisogna aver coraggio e battere i pugni sul tavolo regionale, ma per perseguire tale fine è necessario che Acri non dipenda più dallo Spoke di Corigliano-Rossano. In tempi in cui tutta la sanità regionale è in affanno, è ovvio che gli Spoke cercano di fagocitare le poche risorse degli ospedali periferici, com’è accaduto con Castrovillari e come sta avvenendo adesso.
Le zone disagiate devono essere salvaguardate come gli ospedali montani.
Una via da percorrere è quella che nessuno a seguito e che noi stiamo dicendo da anni: nel D.M.70 il parametro degli 80mila abitanti per gli ospedali di area disagiata può essere abbassato, per avere servizi sanitari paragonabili ad un ospedale di base.
Perché non avete lavorato in 7 anni a questa soluzione?
Noi ci siamo ancora una proposta pronta, alla quale aggiungiamo la richiesta di un polo ospedaliero di area disagiata tra Acri e S.G. Fiore (polo di montagna).
Se si rimane così tutti gli ospedali di area disagiate saranno dismessi.
PS: ci auguriamo che le manifestazioni di questi giorni non siano finalizzate al raggiungimento di un consenso meramente elettorale.
Ufficio stampa Libera Associazione Cittadini Acresi