Opinione

Ospedale di Acri, troppi proclami e poche certezze

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Sembra una storia infinita, quella che ha, come obiettivo, la rinascita o, se vogliamo, la riqualificazione giuridico / organizzativa del Presidio Ospedaliero “Beato Angelo” di Acri, una struttura ospedaliera strategica per il bacino di utenza di Acri e dei Comuni della Valle del Crati. Il suo declassamento in Ospedale di Zona disagiata, iniziato con lo sciagurato Decreto Commissariale n.18/2010, di scopellitiana memoria, e’ stato ribadito, nel tempo, complice l’ inerzia imputabile alla politica locale e comprensoriale, con i Decreti Commissariali, rispettivamente, n.9/2015, n.30/2016, n.64/2016, di riordino della rete ospedaliera, con il DCA n.117/2017,di approvazione dell’Atto Aziendale dell’Asp dii Cosenza, e, di recente, con i Decreti n.31/2021 n.33/2021, di approvazione delle Linee Guida per l’adozione degli Atti Aziendali, e con l’Atto Aziendale dell’Asp di Cosenza, adottato con la Deliberazione n.271 dell’8 Aprile 2021. In tale scenario provvedimentale grande assente, sul piano decisionale, e’ stata la Conferenza dei Sindaci, istituzionalmente chiamata ad esprimersi sulla programmazione sanitaria aziendale. La recente pandemia da Covid 19 ha rappresentato, con l’istituzione del reparto Covid nel Beato Angelo, una sorte di ” panacea” assistenziale, mediaticamente esaltata, nonostante tale operazione abbia comportato la disattivazione del reparto di chirurgia generale ed il ridimensionamento di quello di Medicina Generale. La recente proposta del Presidio Ospedaliero Unico Acri / San Giovanni in Fiore assume i connotati dell’incongruenza e dell’estemporaneita’, di chiara matrice elettorale. Resta valida ed ineludibile, peraltro, la proposta di riportare Il P.O. di Acri nella rete ospedaliera per Acuti, quale Ospedale di Base, in funzione di realtà ospedaliera di prossimita’. E ciò che auspica la comunita’ Acrese e del comprensorio.”

Emilio Turano e Tullio Laino


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