Paolo Virzì 27 anni dopo torna a Ventotene per “Un altro Ferragosto”
Il regista livornese nel 1996 dirigeva il film Ferie d’Agosto, sua seconda regia dopo La bella vita, che gli consentì di vincere il David di Donatello. A 27 anni di distanza Virzì torna sulla piccola isola di Ventotene al largo della costa laziale per dirigere il seguito di quella fortunata pellicola: Un altro Ferragosto.
La sceneggiatura è firmata dal regista insieme al fratello Carlo e al co-sceneggiatore di fiducia Francesco Bruni. Il film è prodotto da Rai Cinema con il gruppo Leone Film e distribuito da 01 Distribution. Paolo Virzì ha voluto riportare sullo schermo lo stesso cast di Ferie d’agosto ad eccezione di Piero Natoli, Mario Scarpetta e Ennio Fantastichini protagonisti in quella circostanza e che oggi non sono più tra noi. Del cast originale ritroviamo Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Laura Morante, Paola Tiziana Cruciani, Rocco Papaleo, Gigio Alberti e Agnese Claisse la quale all’epoca era una bambina. Entrano a far parte della storia Vinicio Marchioni, Lorenzo Balducci, Andrea Carpenzano ed Emanuela Fanelli, mentre Christian De Sica si trova ad affrontare il ruolo che era stato di Fantastichini.
La storia parte proprio da quella estate del 1996, quando il giornalista Sandro Molino che trascorreva le vacanze sull’isola riceve dalla sua compagna Cecilia la notizia che è incinta. Oggi loro figlio, Altiero Molino, è un ventiseienne imprenditore digitale e torna a Ventotene col marito fotomodello per radunare i vecchi amici intorno al padre malato, per regalargli un’ultima vacanza in quel luogo per lui così caro. Al suo arrivo, però, trova l’isola in fermento per il matrimonio di Sabry Mazzalupi col suo fidanzato Cesare: la goffa ragazzina, figlia del bottegaio romano Ruggero, è diventata una celebrità del web e le sue nozze sono un evento mondano che attira i media e anche misteriosi emissari del nuovo potere politico. Due tribù di villeggianti, due Italie apparentemente inconciliabili, destinate ad incontrarsi di nuovo a Ferragosto, per una sfida stavolta, probabilmente, definitiva.
Werner Altomare