Curiosità

Pizza al taglio, quella di Acri è da Gambero Rosso. Tre rotelle per sei anni consecutivi a Pizzamore.

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Per 6 anni consecutivi ha ottenuto Le Tre Rotelle, il massimo premio per la pizza a taglio assegnato dal Gambero Rosso. Dal 2014 è destinatario del Premio Golosaria. – Esperienze imprenditoriali come Pizzamore di Acri contribuiscono a portare alto il nome della Calabria del fare, dei giovani artigiani del gusto, attenti alla stagionalità e alla valorizzazione delle produzioni autentiche.    

A complimentarsi con il maestro pizzaiolo Antonio Oliva per i successi che in soli 7 anni di attività continuano ad arrivare copiosi è la Rete Siamo tutti Co-Produttori di Otto Torri sullo Jonioinsieme alla Comunità Slow Food per lavalorizzazione della identità enogastronomica arbërëshe cosentina.

La comunità produttiva di Acri – sottolineano Lenin Montesanto direttore di Otto Torri sullo Jonio e Roberto Matrangolo portavoce della Comunità Slow Food Arberia – si conferma un vero e proprio laboratorio di creatività, di innovazione e di imprenditoria giovanile che, dalla produzione alla ristorazione, investe con consapevolezza e visione sulla riscoperta e valorizzazione della biodiversità, sulla preferenza per la qualità agroalimentare, sulle promozione delle eccellenze e, quindi, sulla capacità di questa terra di vincere a tavola la sfida globale dell’educazione e della sovranità alimentare e dello sviluppo eco-sostenibile.  

Farina da grani antichi, lunga lievitazione, ingredienti Presìdi Slow Food rappresentano alcuni dei segreti del successo della pizza al taglio di Oliva. 

C’è anche la collaborazione con Gabriele Bonci, pizzaiolo e chef romano, conosciuto dal grande pubblico per la partecipazione e conduzione di format e coking show televisivi, nel percorso che lo ha portato a questi livelli: una delle 8 esperienze a meritare il prestigioso riconoscimento delle Tre Rotelle. – Il grande vanto di Antonio Oliva – si legge sulla Guida del Gambero Rosso – è il banco e ogni giorno lo allestisce con una passione unica. Più che sequenza di sfornate, sembra di avere di fronte una tavolozza di colori armoniosa e variopinta, fotografia esaustiva del meglio di qualsiasi stagione, dell’abilità con cui seleziona le materie prime e mantiene sempre in allenamento la sua creatività. Chi di Pizzamore è un habitué, in effetti, già lo sa: arrivare fin qui vale la pena anche solo per assaggiare i gusti classici, ma sarebbe un vero delitto andarsene senza aver provato una delle versioni più gourmet, quelle in cui i topping sono ricette ben costruite.

Rete Siamo tutti co-produttori


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