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Premio Padula, applausi a scena aperta per “Chi ha ucciso Giovanni Losardo?”

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Il giorno due del Premio Nazionale Vincenzo Padula segna il momento dell’impegno sociale

La proiezione del docufilm diretto da Giulia Zanfino “Chi ha ucciso Giovanni Losardo?” apre la giornata dettando i temi e il tenore della conversazione anche del dibattito conseguente alla visione.

Al racconto lucido della ‘ndrangheta e del malaffare in Calabria si è deciso di dedicare un intero ciclo del Premio. Conoscere per capire, capire come potere per saper dire no.

Con le parole commosse del presidente della Fondazione Padula “perché il sangue spesso diventa seme di libertà”. Tutto parte proprio dal racconto della vita di Losardo, segretario capo della Procura della Repubblica di Paola e sindaco e assessore al Comune di Cetraro, ucciso dalla ‘ndrangheta nel 1980.

La missione del suo lavoro combattere le ‘ndrine dell’alto Tirreno cosentino, una costola incrinata, ma spesso silenziosa nel novero delle mafie calabresi. Una storia che purtroppo assomiglia a molte altre e che non prevede lieto fine. Quello che si può fare però è continuare a raccontarle e rendere la presenza di questi uomini e donne vivi nella memoria soprattutto dei giovani. La narrazione cinematografica può essere  strumento d’elezione per farlo.

La regista, il direttore della fotografia e l’attore protagonista del docufilm, coordinati dal giornalista Piero Cirino, ne hanno parlato con Alessio Cassano dell’antiracket ‘Lucio Ferrami’, il vicesindaco di Acri Mario Bonacci e il ricercatore Saverio Di Giorno e il consigliere regionale Ferdinando Laghi, con i saluti e i ricordi personali del presidente della Fondazione Padula, Giuseppe Cristofaro


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